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    Juvemania: cosa vi aspettavate da questi ragazzi? Vincere non è più l'unica cosa che conta

    Juvemania: cosa vi aspettavate da questi ragazzi? Vincere non è più l'unica cosa che conta

    • Cristiano Corbo
    Si è visto poco. Per qualcuno praticamente niente. E allora, dove si colloca questa Juventus? Si colloca nel girone di quelli che attendono risposte, perché ormai di questo si tratta: di rialzare la testa, di pensarsi non finiti, quando dicembre è appena iniziato e l'ultimo anno (solare) ha regalato più incertezze che solidità. Certo, è arrivata una Coppa Italia, ma tutti erano d'accordo sull'esigenza di rinnovare sotto tutti i punti di vista un carrozzone che si trascinava dietro i fasti di un tempo, quelli da cui è difficile staccare l'immaginario, così come gli obiettivi. 

    Ecco, tanto per iniziare: ora la Juve è un'altra roba. E' una squadra dalla storia immutata, però pure dalle ambizioni ridotte. E la dirigenza non è mai stata così chiara a riguardo: obiettivo Champions League, quarto posto, recuperare la costanza della partecipazione alla coppa più importante anche e soprattutto per un discorso di natura economica. Vincere? Eh no, non è più l'unica cosa che conta. Quello slogan andava bene quando non bisognava per forza autofinanziarsi, quando si ragionava di cuore e non con logiche aziendali. Ora è il bilancio, l'unica cosa che conta. Verità incontrovertibile e condivisa con tutte le altre squadre di Serie A. 

    Ammettiamolo, comunque: dopo Lecce si è spezzata inevitabilmente la grande magia creata in estate, quell'illusione che cambiando filosofia la vita potesse avere una direzione ben precisa e non più dettata dal destino o dalla fortuna. E invece il calcio ci ha ricordato come possa essere episodico: che al 93' sei lì a celebrare finalmente una vittoria sporca, poi Cambiaso corre e perde palla, Locatelli non stringe, Danilo e Rouhi non ci arrivato. Bam: pari. Di quelli che fanno male, perché dopo Parma, Cagliari ed Empoli sei di nuovo a contare i punti persi, adesso sono 8. A 6 c'è la vetta, occupata oggi dalla squadra più continua di tutte. 

    Via del Mare traccia inevitabilmente la differenza tra la Juventus e il Napoli, ma occorre aggiungere pure Atalanta e Inter nel contesto: sono le squadre più forti, però pure le più ciniche. E non avranno avuto gli infortuni nella stessa quantità bianconera, però sono passate tutte da un momento di appannamento, uscendone alla grande. La Juve continua a non perdere, ma sembra un dato messo lì per chi vuole illudersi, per chi ha bisogno di avere quantomeno una certezza. Tutto il resto si colora delle insicurezze di questa squadra che paga, in serie, la gioventù come l'inflessibilità del proprio allenatore. 

    Tutto si riduce comunque a una sola domanda, per i tifosi juventini: quanto tempo siete disposti ad aspettare? Perché c'è da mettersi l'animo in pace, attendere che i giocatori crescano. Che lo faccia pure Thiago Motta. Una Juve alle prime armi è pure questo, un nome non fa mica la squadra.

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    Lostampatore1
    Lostampatore1

    l'importante è partecipare. lo slogan inventato da un francese perdente.

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