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    Juvemania: Conte butta fuori Capello da Vinovo... ma si tiene i suoi scudetti

    Juvemania: Conte butta fuori Capello da Vinovo... ma si tiene i suoi scudetti

    • Gianluca Minchiotti
    Meno male che c'è Antonio Conte! Perché a leggere le dichiarazioni degli altri allenatori della Serie A, ultimamente, si fa fatica a trovare qualche spunto per un titolo... Con Antonio, invece, non ci sono problemi. Peccato però che abbia deciso di parlare solo dopo le partite, 'boicottando' le conferenze della vigilia.

    GRUPPO E RISULTATO: CAPELLO, STAI FUORI! - La chiave di lettura per spiegare le parole pronunciate ieri dall'allenatore della Juventus è solo una. Per capirla, bisogna guardare all'obiettivo finale, che è la vittoria sul campo a fine stagione. Conte ha in mente solo due cose: la squadra, i cui giocatori per lui sono i migliori del mondo (sì, anche Giovinco), e il risultato finale. Tutto qui, chiunque tenti di commettere qualche invasione di campo, verrà buttato fuori in malo modo, anche se si chiama Fabio Capello. L'unità dello spogliatoio e il ruolo di Conte come leader indiscusso sono due elementi fondamentali di questa Juventus, che è specchio ed emanazione del suo tecnico: come si poteva pensare che Capello, dopo aver seminato dubbi sull'efficacia del 'lunedì a Vinovo' dopo il 2-2 di Verona, potesse passarla liscia? 

    Gruppo, risultato, strategia, tensione da tenere alta più che mai ora che inizia la fase decisiva della stagione: chi si stupisce delle dichiarazioni rilasciate ieri da Conte non conosce Conte e non si ricorda degli allenatori che al tecnico salentino hanno fatto e fanno tuttora da esempio, primo fra tutti José Mourinho. 

    I DUE SCUDETTI REVOCATI - Poi c'è la questione dei due scudetti revocati, che in queste ore sta mandando a nozze quella parte delle stampa che non vedeva l'ora di trovare una crepa nel rapporto fra Conte e Andrea Agnelli. È stato facile, infatti, forzare le dichiarazioni di Conte, facendole passare per una negazione della battaglia bianconera contro le decisioni della giustizia sportiva sui fatti del biennio 2004-2006. 

    Conte, bisogna dirlo, forse è stato un po' ingenuo nel creare l'occasione per dare il la a queste interpretazioni forzate e un po' maliziose. Ma da qui a dire che abbia cancellato otto anni di battaglie post-Calciopoli ce ne passa! Anzi, il contrario, è stato proprio lui a dichiarare a chiare lettere (ieri, non anni fa) quanto segue: "I due scudetti sono stati revocati? Quella è una grande stronzata, una grande fesseria, era una squadra che ha stravinto sul campo e ha meritato di stravincere". Per essere ancora più diretti: se oggi chiedeste a Conte quanti scudetti ha vinto la Juventus, siamo sicuri che risponderebbe 31, non 29...

    Conte voleva solo dire che la Juventus di Capello non giocava in modo spettacolare (e qui è questione di gusti, chi scrive, ad esempio, la pensa allo stesso modo, la Juve di Capello era forte ma non era bella) e che, forse, con quel parco giocatori a disposizione (cinque campioni del Mondo italiani più tre campioni del mondo francesi più Ibrahimovic e Nedved), in Champions League avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa in più rispetto ai quarti di finale. Possiamo dargli torto? 
     
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