Juvemania: Champions, cambiando allenatori il risultato non cambia. Ora proviamo a salvare il salvabile
Cambiare 3 allenatori in 3 anni a nulla è servito alla Vecchia Signora, il risultato finale resta sempre lo stesso.
Per il terzo anno consecutivo la Juventus è fuori dalla Champions League per mano di squadre sulla carta nettamente inferiori alla compagine bianconera.
Dopo il fallimento di Allegri contro l’Ajax e quello di Sarri contro il Lione stavolta tocca a Pirlo, contro il Porto, fallire clamorosamente in Champions.
La storia non cambia a dimostrazione del fatto che il problema principale non è probabilmente l’allenatore ma il mercato degli ultimi anni e la squadra stessa. Una squadra che non riesce mai a giocare a livello internazionale una partita intera e che spesso, troppo spesso, regala la gara d’andata agli avversari.
Anche stavolta contro la compagine portoghese ben allenata da Sergio Conceicao la Vecchia Signora è stata costretta a rincorrere perché dopo la sconfitta dell’andata è arrivata anche l’ingenuità di Demiral costata il rigore che ha regalato il vantaggio al Porto nel corso del primo tempo.
Chiesa mostruoso non basta
Non è bastata alla squadra di Pirlo la reazione nel secondo tempo e la prestazione mostruosa di un immarcabile Federico Chiesa, migliore in campo per distacco, che oltre ad una strepitosa doppietta ha sfiorato più volte il terzo gol negato solamente dalla sfortuna (palo clamoroso) e dalla bravura del portiere avversario. Non è bastato alla Juventus giocare per oltre un’ora in superiorità numerica.
Zero alibi.
Nonostante un arbitraggio discutibile e la sfortuna per la traversa di Cuadrado in zona Cesarini sono più i demeriti propri per l’eliminazione che i meriti degli avversari.
In particolare, Cristiano Ronaldo (proprio lui) è stato un fattore assolutamente negativo per i colori bianconeri sia in fase offensiva che, per assurdo, anche in fase difensiva costringendo Szczesny ad una goffa papera in occasione della doppietta di Sergio Oliveira realizzata su una punizione calciata dalla lunghissima distanza. L’ultimo sussulto di orgoglio grazie al gol di Rabiot è servito solamente a rendere meno amara l’eliminazione ed aumentare la sofferenza di tutti i tifosi juventini da sempre in un rapporto complicato con la Coppa dalle grandi orecchie.
Tempo di bilanci
Un’eliminazione che fa davvero male e che getta ulteriori ombre sulla stagione in chiaro scuro dell’era Pirlo.
Anche se mancano ancora molte partite da disputare è già tempo di bilanci in casa Juve. Quest’anno potrebbe anche non esserci infatti la vittoria dello scudetto ad addolcire la clamorosa delusione Europea. Troppe le partite sbagliate, troppi i punti lasciati per strada.
Troppe le serate in cui la Juventus non ha fatto la Juventus.
Probabilmente siamo alla fine di un ciclo, strepitoso almeno per quello che riguarda l’Italia, fallimentare anche alla luce dell’investimento su Cristiano Ronaldo per quello che riguarda il progetto Champions.
A questo punto non resta che rimboccarsi subito le maniche e provare a ripartire almeno in Campionato per provare a salvare il salvabile.
@stefanodiscreti