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    Juvemania: Allegri come Maifredi con Chiesa terzino, Bremer sembra Boumsong

    Juvemania: Allegri come Maifredi con Chiesa terzino, Bremer sembra Boumsong

    • Stefano Discreti
    Si salva solo Di Maria. Dopo 8 vittorie consecutive senza subire gol i sogni della Juventus vengono bruscamente risvegliati da un violentissimo pugno, anzi 5, in pieno volto ricevuto da parte del Napoli capolista che domina in lungo e largo la partita per oltre 3 / 4 di gara, stravincendola senza appello alcuno. 
    Partenza subito d’assalto della squadra di Spalletti che si ritrova in 25 minuti (dal 14’ al 39’) in vantaggio di 2 gol, realizzati rispettivamente dai suoi gioielli più preziosi Osimhen e Kvaratskhelia. La Juventus accusa il colpo, barcolla ma sul momento non molla anche perché trascinata nel corso del primo tempo da un Di Maria in serata di grazia che riapre la partita con un gol di pregevolissima fattura. Peccato però che la serata da fenomeno del campione del mondo duri solamente 45’.
     
    DISASTRO BREMER - Nel secondo tempo infatti, complice la scellerata decisione di ritardare il cambio dell’infortunato Locatelli, la Vecchia Signora crolla dopo aver subito il terzo gol ad opera di Rrahmani.
    Da quel punto in poi, con oltre 35’ di gioco da disputare, non c’è stata più partita e la squadra di Spalletti è andata nuovamente in goal con Osimhen prima ed Elmas poi. 5 a 1 finale, una disfatta epocale che ricorda nel risultato e nei modi quella subita dalla Juventus di Maifredi contro il Napoli di Maradona durante la finale di Supercoppa Italiana del 1990. 
    A determinare la pesante sconfitta bianconera ci ha pensato più di tutti un disastroso Bremer in versione Boumsong, peggiore in campo per distacco, che ha sbagliato tutto il possibile. Tutto. Una serata davvero da incubo. Se non conoscessimo le doti del difensore brasiliano ci affretteremmo a controllare di aver conservato lo scontrino dell’acquisto effettuato per vedere se ancora possibile la strada del rimborso come un reso qualsiasi su Amazon. Speriamo sia stato invece solo un (grave) incidente di percorso. 
     
    #ALLEGRIOUT - E dire che almeno sulla carta Allegri aveva provato a giocarsela alla pari contro il “nemico” Spalletti. La scelta di puntare da subito su Chiesa (anche se schierato fuori ruolo, quasi terzino…) presupponeva la volontà di provare a fare la partita sin dall’inizio e non aspettare come nelle ultime gare la giocata del campione alla fine. E forse proprio questo eccesso di fiducia è stato letale.
    Questa Juventus, che punta tutto sul “corto muso” e non ha uno straccio di gioco, non ha ancora evidentemente la forza per provare a confrontarsi alla pari contro una compagine, come quella napoletana, che invece pratica calcio a memoria.
    Devastante poi è stata anche la differenza di condizione e forza fisica. In quest’ultimo caso ha inciso però anche sicuramente la scelta di Allegri, incomprensibile dall’esterno, di rinunciare (nella partita decisiva del campionato) in partenza a tutti quei giovani pieni di energia che sono stati la linfa vitale della Vecchia Signora durante il periodo della rimonta: Gatti, Miretti, Fagioli, Iling Jr., Soulè e Kean che alla prima occasione utile, ovvero rientrata l’emergenza infortuni, sono stati tutti contemporaneamente accantonati per premiare la vecchia guardia. Scelta che ha portato però ai risultati tragici che sono sotto gli occhi di tutto. 
    Sui social è ripartito (se mai avesse smesso di esistere in tendenza…) l’ #AllegriOut. Stavolta però non me la sento di sparare sulla Croce Rossa, la Juventus ha molti più problemi in questa fase, dentro e fuori dal campo, per concentrarsi anche sulla ricerca del sostituto toscano nel breve. 
    Di certo, la terribile lezione di calcio subita dal collega Spalletti conferma che alla lunga, in assenza di una squadra di veri campioni (e la Juve di oggi ne ha sempre di meno…), le compagini senza gioco sono destinate a non vincere nulla, a soccombere dinanzi all’avversario più preparato. 
    Allegri, visto che sicuramente in questa fase è blindatissimo per i motivi che tutti sappiamo, ha l’ultima possibilità per salvare il suo futuro sulla panchina della Juventus: darle uno straccio di gioco ed abbandonare per sempre la sua antica idea di calcio ormai chiaramente superata.
    Ci riuscirà? Lo scopriremo solo vivendo. 
    Adesso non resta che alzarsi in piedi per applaudire il Napoli di Spalletti, davvero una meraviglia per gli occhi di guarda.

    @stefanodiscreti
     

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