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Juve Women, Bonansea sul suo libro: 'Dalla Juve al Mondiale, contro i pregiudizi'
CAMBIAMENTI - «Dopo il Mondiale si è presentata questa occasione e io sono fatta così, mi butto e ho pensato “Sai che c’è? Io roba da nascondere non ne ho. Massì proviamo”. Dopo, scrivendolo, mi sono accorta che mi è servito. Non sono una che si racconta facilmente, però mi è piaciuto farlo. E sono convinta che nel libro questo si veda, venga fuori. È stato bravo Pastonesi a connettere i miei pensieri e aiutarmi a dare loro forma. È stato pazzesco».
NEL LIBRO - «Sincerità, me stessa al cento per cento. E poi sarebbe bello confrontarsi, perché io esprimo opinioni e mi fa piacere quando, dall’altra parte, qualcuno la pensa diversamente e si apre un dibattito, una critica costruttiva. Non mi piace invece l’odio che c’è nei social. Troppo: sono tutti leoni lì e magari sono gli stessi che poi ti chiedono una foto insieme. E dico spesso alle mie compagne di non prendersela, perché non ne vale proprio la pena. Io l’ho scritto nel libro: vorrei che la gente mi giudicasse se sono forte o se sono scarsa. Non per altro».
PREGIUDIZI - «La situazione è decisamente migliorata, però si può fare ancora tanto. Ma io nel libro non ho voluto esagerare nel calcare le difficoltà, ho evitato di essere pesante o retorica: anzi, il messaggio che vorrei arrivasse alle bambine è che tutto è normale, anche partire da un paesino e arrivare a giocare il Mondiale. La mia non è una favola, semplicemente è una storia di vita. E il libro spero che possa ispirare le persone a continuare, a insistere, a perseverare».