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    Juve: vincere subito per lasciarsi alle spalle l'era Agnelli. Allegri può ancora salvarsi

    Juve: vincere subito per lasciarsi alle spalle l'era Agnelli. Allegri può ancora salvarsi

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Lo slogan, coniato dal presidentissimo bianconero Giampiero Boniperti, è sempre di moda sul pianeta Juventus. E da stasera lo sarà ancora di più, se possibile, con la nuova dirigenza, per la prima volta in tribuna a Torino, ad assistere a un altro debutto: quello stagionale della squadra di Allegri in coppa Italia contro il Monza. Per la società bianconera, che ha in bacheca più scudetti di tutti, la Coppa Italia non è certamente l’obiettivo più affascinante, eppure mai come in questo momento la gara contro la neopromossa squadra brianzola diventa importante.

    Staccata in campionato di dieci punti dal Napoli, dopo la “manita” della settimana scorsa, la coppa Italia in teoria sembra il traguardo più facile da raggiungere. Più facile anche perché sono già stati eliminati il Napoli primo in campionato il Milan campione d’Italia. Ma soprattutto più importante, perché sarebbe il primo trofeo vinto da Allegri, dopo il suo ritorno di un anno fa sulla panchina bianconera concluso senza nemmeno un trofeo. Finire un’altra stagione a “zero titoli”, con la “o” e non come la “u” come disse la prima volta Mourinho, anche se poi è stato ripetuto e riscritto così da tutti, finire a “zero titoli” dicevamo sarebbe una doppia delusione, soprattutto perché nemmeno il predecessore di Allegri, il campione del mondo Pirlo, vinse lo scudetto ma almeno se ne andò dopo aver conquistato due trofei: la coppa Italia e la Supercoppa italiana. Guarda caso questa è la stessa doppietta di cui si è vantato l’anno scorso Inzaghi che proprio per questo motivo aveva considerato molto positiva la sua prima stagione sulla panchina dell’Inter, malgrado avesse perso la volata scudetto, ben più importante, con il Milan.

    Stavolta Allegri non potrà ripetere la stessa doppietta di Inzaghi, proprio perché non avendo vinto la coppa Italia contro l’Inter, non ha potuto sfidare ieri sera il Milan in Supercoppa. Potrebbe, però, centrarne un’altra sicuramente più prestigiosa perché, dopo la precoce bocciatura in Champions League, la Juventus è scivolata in Europa League, dove agli ottavi troverà il non irresistibile Nantes. A parte il beneagurante precedente del 1996, quando Vialli e compagni eliminarono la stessa squadra francese e poi vinsero la Champions League, l’ultima per i bianconeri, l’Europa League è una coppa teoricamente più raggiungibile della Champions e la Juventus, quindi, ha il dovere di inseguirla per raggiungere un altro traguardo storico. Da quando questa coppa ha sostituito la vecchia Coppa Uefa, nessuna squadra italiana, infatti, l’ha mai conquistata e addirittura per trovare un nostro successo in quella coppa bisogna tornare all’altro secolo, quando il Parma dei futuri juventini Buffon e Cannavaro trionfò nel 1999 a Mosca contro l’Olympique Marsiglia.

    Virtualmente tagliata fuori dalla corsa per lo scudetto, in attesa di conoscere i verdetti della giustizia sportiva in Italia e dell’Uefa in Europa, la Juventus della nuova gestione che ha chiuso l’era Agnelli, con il nuovo presidente Ferrero ha il dovere di puntare a vincere subito una o addirittura due coppe. Sarebbe il modo migliore per gettare le basi per il futuro, in questo caso sempre con Allegri in panchina. La strada è ancora lunga, ma già stasera avremo una prima risposta. Perché vincere non è importante, è l’unica cosa che conta. Lo diceva Boniperti e lo pensa anche Allegri, senza fare distinzioni tra una sfida da tre punti in campionato e un semplice ottavo di coppa Italia, per di più contro una neopromossa.

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