Juve, tutto il bello e il brutto di Vucinic
Se è vero che tre indizi sarebbero una prova, Mirko Vucinic tenta di offrire alla Juventus quella del nove. Nove punti in tre partite per un filotto che proietterebbe la Juventus sempre più in alto, ai livelli che le compete, certo, ma che da troppo tempo sono una chimera o quasi. La Vecchia Signora cerca di battezzare lo stadio in notturna nel migliore dei modi, con una vittoria, che invece non arriverà. Zorro prova ad aprire la strada al terzo successo in tre partite alla sua maniera. Il montenegrino dalla corsa e lo sguardo indolente, tipo, “oggi non sudo nemmeno tanto ti frego lo stesso” sarà protagonista, di questa notturna, nel bene e nel male.
E infatti la rete che sblocca il risultato è figlia della sua furbizia che ben si abbina a quella di Pirlo. Difesa bolognese che dorme, Pirlo- telecomando che batte la punizione assist con i rossoblù ancora fermi e Zorro che fulmina Gillet incolpevole sul tiro rasoterra da cinque metri. La zeta sul Bologna è beffarda e quindi ancora più goduriosa per il popolo bianconero accorso in massa nella nuova casa. Ma la serata di Vucinic è in bianco nero nel senso più pieno della parola. Perché la sua partita dura esattamente un tempo, sino a quando l’arbitro non gli sventola il secondo giallo per un intervento in ritardo su Morleo dopo che lo slavo, quasi in apertura, aveva rimediato il primo cartellino per una protesta violenta nei confronti dell’indeciso direttore di gara. Gioia e dolori Vucinic, in piena sintonia con quello che è il suo passato.