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    Juve, tutti i nodi per l'addio di Ramsey: la verità sulle chiamate dalla Premier

    Juve, tutti i nodi per l'addio di Ramsey: la verità sulle chiamate dalla Premier

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    Un mese per dirsi addio, ma la strada per il divorzio è tutta in salita. Aaron Ramsey non rientra nei piani della Juventus, le due stagioni deludenti a Torino hanno convinto la società bianconera di dover trovare una soluzione in uscita per il gallese, una mossa fondamentale anche per il mercato: se l'obiettivo è completare il doppio affare Locatelli-Pjanic, è necessario liberare spazio sia dal punto di vista numerico a centrocampo sia dal punto di vista salariale. L'ex Arsenal, in questo senso, è l'indiziato numero uno e lo stesso Ramsey ha lasciato intendere di non vedere di cattivo occhio la possibilità di cambiare aria. Unione di intenti, ma per concludere la separazione non basta.

    LA PREMIER CHIAMA - Serve un'offerta convincente, dal punto di vista economico e progettuale. Perché se per la Juve Ramsey è cedibile, l'intenzione comunque è quella di non lasciare che parta gratis o, addirittura, dovendo pagare una buonuscita. E questo è un primo ostacolo, se si considera che i club interessati devono fare comunque i conti con il pesante ingaggio da 7 milioni netti annui (fino al 2023) che il gallese percepisce in bianconero. Fattore economico, c'è poi quello sportivo che deve garantire una proposta convincente e attraente per il giocatore. Perché se è vero che dalla Premier League sono arrivati diversi sondaggi, quelli più concreti sono arrivati prima da Crystal Palace, West Ham ed Everton, e più recentemente dal Wolverhampton. Realtà che, tuttavia, non convincono Ramsey che attende offerte più suggestive. Uno stallo che condiziona le mosse in entrata di Cherubini: la Juve insiste per Locatelli, ma per perfezionare anche il ritorno di Pjanic deve prima sbloccare l'uscita di Ramsey, una missione altrettanto complicata, se non di più.

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