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    Juve-Trincao, un affare fatto e disfatto

    Juve-Trincao, un affare fatto e disfatto

    • CM
    Si è parlato a lungo di Francisco Trincao in orbita Juve. Un'operazione quasi fatta, non soltanto molto bene indirizzata. Un corteggiamento iniziato in estate dopo l'exploit all'Europeo Under 19 con un primo assalto della Juve, fallito. Continuato a stagione in corso, nonostante Trincao restasse sostanzialmente ancorato alla squadra riserve dello Sporting Braga, che con lui progettava una ricca cessione per rimpinguare le esigue casse. Approfittando anche di un interesse diffuso su scala europea, per la promessa portoghese, giocando al rialzo fino a quando la valutazione complessiva da 15 milioni di euro sia sta ritenuta congrua da più parti. Con la Juve pronta a chiudere l'operazione, grazie alla sinergia con un intermediario d'eccezione come Jorge Mendes.

    CAMBIO DI ROTTA – A inizio gennaio la prima svolta, che sembrava decisiva. L'accordo col giocatore c'era già, col Braga l'intesa sembrava raggiunta sulla base di un prestito oneroso compreso da 2 milioni e diritto di riscatto fissato a 13 milioni. Tutto fatto o quasi insomma. Prima della controsvolta del club portoghese, che ha prima chiesto senza successo di trasformare il diritto in obbligo di riscatto e poi ha alzato la soglia legata alla parte fissa, ottenendo un altro no secco della Juve. Che strada facendo ha quindi chiuso la porta alla riapertura della trattativa, dirottando occhi e sforzi su ben altri obiettivi, considerati anche già pronti o più funzionali al progetto bianconero: da Joao Felix a Sandro Tonali passando per il gioiello Nicolò Zaniolo. Dimostrando allo stesso modo una grande prova di forza anche a margine della collaborazione con Jorge Mendes, ogni trattativa ha una storia a sé stante.

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