La Juve gioca un calcio virtuale: la campagna acquisti non basta, da Rabiot a Vlahovic eterna promessa, Di Maria...
Tanto di cappello a questa Juve, costretta a giocare un calcio virtuale perché sul verdetto del campo pesa sempre quello successivo dei tribunali. Del Collegio di Garanzia del Coni, della Procura di Torino (quella coi giudici tifosi e “odianti”) e, infine, del sempiterno Chiné che esige rapidità dalla difesa, ma poi richiede proroghe per se stesso.
Al netto di questa cospicua scusante, resta il bilancio sportivo a tre quarti di stagione. Non esaltante, diciamolo subito. Sì, la Juventus sarebbe seconda, ma a una distanza siderale dalla prima. In Europa, fuori subito dalla Champions, una certa fatica anche nell'Uefa e il gioco che latita, ormai da tre anni e più. La squadra sembra ancora irretita da paure e lentezze, preda di amnesie e distrazioni. Può vincere con l'Inter e subire umiliazioni dal Napoli, dal Monza, dal Maccabi. No, non ha rialzato la testa mentre l'asticella si abbassa sempre più: la Coppa Italia, la qualificazione Champions e in fondo, quasi un miraggio, l'Uefa. CONTINUA SU ILBIANCONERO.COM