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Juve, Szczesny: 'Non mi piace fare il portiere! Massacravo Cancelo e lui...'
RITI - "Zero. Entro in porta e mi sento a casa mia".
COME FARE IL PORTIERE - "Non c’è un modo corretto per fare il rigore, non ho mai guardato un altro per seguire i suoi movimenti e parate. Guardo i portieri avversari per dare consigli ai miei compagni, mai per seguire il lavoro che fanno".
JUVE - "Sono arrivato al momento giusto, avevo ancora tanto da imparare ma avevo già atto esperienza. Mi sentivo pronto a livello mentale per sostituire uno come Gigi. Sembrava una cosa facile ai tempi, ma per un altro magari sarebbe stato più difficile".
IN CAMPO - "Non entro carico, se entro carico so che sto per combinare qualcosa, cerco sempre di rilassarmi il più possibile. L’aspetto mentale è difficile, bisogna parlare con i compagni che sono lontani da te, bisogna urlare".
IL RAPPORTO CON I DIFENSORI - "Il rapporto con i difensori è importante: devi fare un profilo psicologico di ogni giocatore. Ci sono quelli che hanno bisogno del coraggio e quelli che devi massacrare per 90 minuti. Tipo Joao Cancelo è uno di questi. Lui lo massacravo e mi diceva: “Basta Tek, basta”. Lui ne aveva bisogno, ma magari mi sbaglio: infatti dopo un anno se n’è andato (ride, ndr). Secondo me, però, è molto importante sapere come reagisce ogni giocatore alle critiche o alle indicazioni in campo".
ERRORI - "Da giovane mi sembrava la fine del mondo, più ne fai e più ti abitui e li accetti, fa parte del gioco. Nel bene e nel male, se fai bene o no, l'aspetto mentale non dovrebbe mai cambiare. Il giorno dopo li analizzo".