Juve, spunta una petizione dei tifosi contro le accuse di campionato falsato
Saverio La Pietra scrive:
Sono un tifoso della Juventus da quando ho iniziato a capirne di calcio. Era la seconda metà degli anni '80. Da quel momento mi è toccato continuamente sentire che la Juventus non vince per meriti sportivi, ma per contiguità alla classe arbitrale e per la sua importanza nelle "stanze che contano", avendo addirittura "dei giocatori molto forti nella Federazione".
Anche quest'anno, nel quale la Juventus ha vinto uno scudetto dopo una rimonta incredibile, mai successa prima nella storia, a causa di alcuni errori arbitrali favorevoli ricevuti (né più né meno di tutte le altre squadre) ci è toccato sentire che "la Juventus ruba" e che "il campionato è falsato".
Francamente sono stanco che le altre tifoserie non accettino quello che è il risultato del campo, e che per il solo fatto che la Juventus sia la squadra al momento più forte e senza avversari che abbiano la stessa continuità e costanza, si possa diffamare con tanta scioltezza e ledere l'immagine di una società seria e gloriosa, senza mai subire le conseguenze delle proprie dichiarazioni.
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Luca Borioni risponde:
Credo che fino a calciopoli sia stata sempre una scelta consapevole, in linea con quella che possiamo definire una solida politica societaria. La scelta di un club come la Juventus che aveva vinto molto attirando altrettante invidie, stimolando molti attacchi. Questo fino a calciopoli, quando le presunte invidie si sono trasformate in accuse. E poi in condanne. In quel caso non c'è certezza sul fatto che la passività sia stata la conseguenza di una linea consolidata. In quel caso permangono i misteri, legati alle lotte interne alla famiglia Agnelli dopo le morti di Gianni e Umberto avvenute pochi anni prima. La Juve avrebbe avuto il dovere di lottare sul campo dei verdetti sportivi per far valere le proprie ragioni, poi sostenute a suon di richieste di risarcimento milionario. Troppo tardi.
Ma per il resto, la Juve da sempre preferisce il basso profilo, il silenzio stampa, anche a costo di lasciar passare voci infamanti. L'idea è probabilmente quella di non voler scendere sullo stesso piano di chi accusa, di non voler dare autorevolezza a chi infanga. Meglio lasciar correre, anche quando la tentazione sarebbe quella di intervenire. Direi che è giusto così. Specie come in questa stagione, per uno scudetto che si aggiunge ai quattro precedenti: se una squadra ne vince cinque di fila, in un'occasione senza subire sconfitte, in un'altra stabilendo il massimo vantaggio sulle inseguitrici, e infine realizzando una rimonta storica e inimmaginabile, rimane poco spazio per i sospetti e le maldicenze. Non ci sono più alibi, caro Saverio La Pietra, come recentemente ha affermato capitan Buffon.
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