Getty Images
Juve sospesa tra presente e futuro: l'attacco piange e l'unica certezza è Milik
Sei miseri gol realizzati nelle ultime 9 partite stagionali. E' questa una delle fotografie più efficaci per raffigurare l'aprile orribile che la Juventus si è appena lasciata alle spalle sul piano dei risultati e pure delle prestazioni. Una squadra incapace di pungere i propri avversari e dunque di spaventarli, complice una fase offensiva che ormai da diversi mesi è il vero tallone d'Achille della formazione di Massimiliano Allegri. Altrettanto emblematico è il fatto che ai due estremi di questo lasso di tempo si trovino gli ultimi acuti dei componenti del reparto offensivo bianconero: Moise Kean, contro l'Hellas Verona, lo scorso 1° aprile e Arkadiusz Milik, a bersaglio domenica sera a Bologna riscattando il precedente errore dal dischetto.
CIFRE IMPIETOSE - Due gol degli attaccanti nelle ultime 9 partite ufficiali, addirittura uno soltanto limitatamente alle ultime 9 uscite in Serie A: sono statistiche impietose che immortalano come, al di là dei vari problemi fisici che a turno hanno toccato tutti e dei fisiologici momenti di appannamento, la vera causa dei mali della Vecchia Signora risieda nell'atavica incapacità di proporre una manovra corale in grado di esaltare il talento dei singoli. Vlahovic, Chiesa, Di Maria, Milik, Kean, più i giovani Soulé e Iling jr: una batteria da 39 complessivi in stagione, cifre decisamente lontane dalle aspettative e crollate drasticamente soprattutto nelle ultime settimane, in cui in più di una circostanza sono stati il solito Rabiot - capocannoniere alla pari dell'ex centravanti della Fiorentina considerando tutte le competizioni - e i difensori a metterci una pezza. Prendendo in esame solamente la media realizzativa degli attaccanti Allegri, balza all'occhio come il dato migliore venga portato dal giocatore ad oggi con maggiori possibilità di essere confermato per la stagione che verrà.
L'UNICA CERTEZZA - In prestito dal Marsiglia per 800.000 euro, Milik va a segno ogni 2,2 partite e vuole far cadere le ultime resistenze della Juve in merito al riscatto da esercitare a fine campionato: per 7 milioni di euro (più di 2 di bonus) pagabili in tre esercizi, il polacco sarà un calciatore della Juve anche l'anno prossimo e gli unici dubbi sono legati alle tempistiche della realizzazione dell'affare, visto che le vicissitudini di campo ed extra-campo hanno suggerito di rinviare l'incontro decisivo col suo entourage. In ordine di percentuale e di importanza, molto più complicato decifrare il futuro dei suoi compagni di reparto, legato strettamente alla partecipazione o meno alla prossima Champions League. Discorso che sembra toccare meno Angel Di Maria che, al netto di una stagione lontana dalle migliori previsioni, potrebbe decidere di valurare un prolungamento del contratto in scadenza il 30 giugno indipendentemente dalla ribalta della massima competizione europea.
IN BILICO - Argomentazione meno semplice da supportare con due calciatori ancora giovani e margini di crescita come Vlahovic e Chiesa, veri e propri equivoci tecnico-tattici tra le mani di Allegri e da tempo nel mirino delle big di Premier League e non soltanto. Nel loro caso, gli eventuali mancati introiti dalla Champions League metterebbero la stessa Juventus nella condizione di valutare il sacrificio forzato di uno dei due per dare una mano ai conti resi già pericolanti dalle gestioni delle precedenti gestioni. Tutta da scrivere pure la storia di Moise Kean, riscattato ufficialmente per 28 milioni di euro più 7 di bonus dall'Everton e oggi non semplice da piazzare al miglior offerente per una cifra analoga o addirittura superiore. I ripetuti stop di natura fisica e un rendimento caratterizzato da alti e bassi, che non ne hanno favorito tuttora il salto di qualità, rappresentano al tempo stesso un aspetto che la Juve dovrà considerare per la costruzione della squadra del futuro. Pensieri rivolti al domani: oggi, a partire dal prossimo match di campionato contro il Lecce, serve ritrovare la via del gol smarrito.
CIFRE IMPIETOSE - Due gol degli attaccanti nelle ultime 9 partite ufficiali, addirittura uno soltanto limitatamente alle ultime 9 uscite in Serie A: sono statistiche impietose che immortalano come, al di là dei vari problemi fisici che a turno hanno toccato tutti e dei fisiologici momenti di appannamento, la vera causa dei mali della Vecchia Signora risieda nell'atavica incapacità di proporre una manovra corale in grado di esaltare il talento dei singoli. Vlahovic, Chiesa, Di Maria, Milik, Kean, più i giovani Soulé e Iling jr: una batteria da 39 complessivi in stagione, cifre decisamente lontane dalle aspettative e crollate drasticamente soprattutto nelle ultime settimane, in cui in più di una circostanza sono stati il solito Rabiot - capocannoniere alla pari dell'ex centravanti della Fiorentina considerando tutte le competizioni - e i difensori a metterci una pezza. Prendendo in esame solamente la media realizzativa degli attaccanti Allegri, balza all'occhio come il dato migliore venga portato dal giocatore ad oggi con maggiori possibilità di essere confermato per la stagione che verrà.
L'UNICA CERTEZZA - In prestito dal Marsiglia per 800.000 euro, Milik va a segno ogni 2,2 partite e vuole far cadere le ultime resistenze della Juve in merito al riscatto da esercitare a fine campionato: per 7 milioni di euro (più di 2 di bonus) pagabili in tre esercizi, il polacco sarà un calciatore della Juve anche l'anno prossimo e gli unici dubbi sono legati alle tempistiche della realizzazione dell'affare, visto che le vicissitudini di campo ed extra-campo hanno suggerito di rinviare l'incontro decisivo col suo entourage. In ordine di percentuale e di importanza, molto più complicato decifrare il futuro dei suoi compagni di reparto, legato strettamente alla partecipazione o meno alla prossima Champions League. Discorso che sembra toccare meno Angel Di Maria che, al netto di una stagione lontana dalle migliori previsioni, potrebbe decidere di valurare un prolungamento del contratto in scadenza il 30 giugno indipendentemente dalla ribalta della massima competizione europea.
IN BILICO - Argomentazione meno semplice da supportare con due calciatori ancora giovani e margini di crescita come Vlahovic e Chiesa, veri e propri equivoci tecnico-tattici tra le mani di Allegri e da tempo nel mirino delle big di Premier League e non soltanto. Nel loro caso, gli eventuali mancati introiti dalla Champions League metterebbero la stessa Juventus nella condizione di valutare il sacrificio forzato di uno dei due per dare una mano ai conti resi già pericolanti dalle gestioni delle precedenti gestioni. Tutta da scrivere pure la storia di Moise Kean, riscattato ufficialmente per 28 milioni di euro più 7 di bonus dall'Everton e oggi non semplice da piazzare al miglior offerente per una cifra analoga o addirittura superiore. I ripetuti stop di natura fisica e un rendimento caratterizzato da alti e bassi, che non ne hanno favorito tuttora il salto di qualità, rappresentano al tempo stesso un aspetto che la Juve dovrà considerare per la costruzione della squadra del futuro. Pensieri rivolti al domani: oggi, a partire dal prossimo match di campionato contro il Lecce, serve ritrovare la via del gol smarrito.