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Juve: Bozzo su Morata, Isco, Pogba, Gomes e Bernardeschi
Buongiorno Bozzo, lei è stato l’architetto dell’operazione Morata due anni fa. Stiamo per arrivare al dunque: la Juventus riuscirà a trattenerlo?
«La Juventus è stata bravissima due anni fa a capire che Morata era un campione. Ha speso venti milioni per un canterano fra qualche perplessità, adesso il valore di Alvaro si è moltiplicato ed è diventato un giocatore di grande spessore internazionale. Sono convinto che, come sono stati bravi due anni fa, Marotta e Paratici lo saranno ora nel cercare di trattenerlo a Torino».
Ma ci riusciranno o no?
«Questo non posso dirlo, anche perché in questo momento non sono coinvolto nella vicenda. Resto un grande amico di Don Alfonso, il papà di Morata con cui condivido la passione per il golf. Sono sicuro che Marotta ha una strategia e sono altrettanto sicuro che non andrà direttamente dal Real a trattare: è troppo scafato per non avviare una trattativa, diciamo... off line. Ci proveranno di sicuro e potrebbero avere ottime possibilità di trattenerlo. Anche perché molto dipenderà dalla volontà di Morata, che mi risulta stia molto bene a Torino».
Quest’anno ha giocato un po’ meno della scorsa stagione: potrebbe pretendere garanzie tecniche per rimanere?
«Non mettetemi in difficoltà: non sono informato su eventuali situazioni di questo genere. E’ ovvio che tutti i giocatori vorrebbero scendere in campo, mica solo Morata».
Quante possibilità dà alla Juventus di tenerselo?
«Ne ha, non so quante, ma certamente ne ha. Ma sarà dura: non è una passeggiata perché il valore di Morata è sicuramente più alto della clausola di 30 milioni che pagherebbe il Real. E a Madrid lo sanno benissimo».
Quanto vale Morata?
«Non sono io a dover fare il prezzo, ma attenzione: se sulla carta il suo valore può essere fra i 50 e i 60 milioni, tutto potrebbe cambiare con il grande giro di attaccanti che sta per innescarsi».
Quale giro?
«Molti grandi club cercano una punta e per me ci sono cinque o sei grandi attaccanti che potrebbero muoversi: Suarez, che è nel mirino del City, Higuain, Cristiano Ronaldo, Lewandowski e Cavani. Tutti e cinque saranno presi d’assalto e non è detto, per esempio, che il City riesca a convincere il Barça a cedere Suarez o che alla fine il Real venda sul serio Cristiano. A quel punto il valore di un giocatore come Morata è inevitabilmente destinato ad alzarsi perché la domanda sarebbe superiore all’offerta. Morata è un giocatore che non sbaglia mai le partite importanti, che ha qualità tecniche immense e che si è affinato contro le difese italiane».
Il Real lo comprerebbe solo per rivenderlo?
«Non saprei. Secondo me potrebbero anche tenerlo: corrono il rischio di una squalifica per due sessioni di mercato dopo l’estate e Benzema inizia ad avere una certa età...».
Restiamo a Madrid: vendono Isco, la Juventus lo può prendere?
«Certo, ma attenzione che il Real è un club molto attento alle cessioni: vendono sempre bene e Isco lo hanno pagato tanto».
Ma la Juventus deve abituarsi a comprare in queste boutique ormai...
«Non sono del tutto d’accordo. Intanto perché queste boutique non sono così entusiaste a vendere alla Juventus, che ormai è considerata una concorrente vera e credibile per la vittoria in Champions. Perché il Real dovrebbe rinforzare una squadra che può eliminarla dalla Coppa? La Juventus è entrata nel club delle grandissime, difficile che venga “aiutata” da un Real o un Barça. E poi penso che la politica di Marotta e Paratici stia funzionando molto bene: loro comprano i campioni al cosiddetto “primo taglio”. L’esempio più chiaro è Dybala, così come Alex Sandro. Sono giovani, sono già esplosi, tant’è che non te li regalano, ma non ancora ad alto livello, quindi il loro prezzo è destinato a salire. La Juventus ha dimostrato di saperli utilizzare e valorizzare, come è accaduto con Pogba e si sta facendo la fama di essere un club dove i giovani campioni ricevono fiducia».
Quindi più di Isco, un obiettivo in linea con questa politica sarebbe André Gomes del Valencia...
«Esatto. Anche perché quando ti siedi per trattare sai già che il giocatore sarebbe entusiasta e che il club ne fa solo una questione di prezzo. Insomma è un affare più facile».
Torniamo al maxigiro di attaccanti: la Juventus corteggia Cavani. Che ne pensa?
«Che trattare con il Psg è sempre complicatissimo e che Cavani per venire in Italia deve rinunciare a una bella fetta dell’attuale ingaggio. E’ certamente da Juventus, ma io adesso lo vedo più in Premier che in Italia».
I tifosi però si aspettano un grande colpo...
«Hanno ragione perché il loro compito è anche sognare, ma fare mercato per accontentare i tifosi è un errore clamoroso. Spendi 100 milioni per una stella, i tifosi sono entusiasti, poi se questo sbaglia alla prima curva lo contestano e si dimenticano dell’entusiasmo estivo. Erano contenti i tifosi della Juventus quando Marotta ha comprato Pogba? Non molto, vero? Adesso provate a venderlo... si arrabbiano tutti».
A proposito, Pogba va o resta?
«Bisogna fare un’analisi attenta del suo apporto alla squadra e dell’entità dell’offerta. La Juventus ha venduto Zidane e ha vinto tanto lo stesso. E poi bisogna capire cosa pensa lui: se ricevesse un’offerta di ingaggio che la Juventus non può pareggiare...».
Questi soldi potrebbero essere reinvestiti bene sul mercato?
«Certo. E magari alla fine la squadra si rinforza. Oggi un progetto deve essere economicamente sostenibile e i club devono essere coerenti con il loro progetto, continuando a rinforzarlo. Un po’ come a Risiko, una strategia per vincere è sempre quella di rinforzare i propri territori, no?».
A proposito di giovani talenti: cosa farà il “suo” Bernardeschi?
«E’ in rampa di lancio, anche grazie alla fiducia di Paulo Sousa, un tecnico che viene da un’altra cultura nella quale si dà fiducia ai giovani. Offerte ce ne sono, ma io credo che Bernardeschi sia nell’élite del calcio italiano e che debba pensare più a giocare che ai soldi o al club di prestigio».
Secondo lei il Barcellona potrebbe davvero cedere Suarez?
«Non credo, perché è un club solido. Certo, il City ci proverà sul serio».
Stupito dell’eliminazione blaugrana?
«No, perché solo l’Atletico o eventualmente il Real poteva battere il Barcellona. Il motivo è che l’Atletico ha affrontato la partita senza il terrore dello squadrone di marziani che magari può condizionare una squadra straniera. L’Atletico conosceva bene il Barcellona e l’hanno affrontato con l’atteggiamento giusto. Dopodiché la partita è stata anche decisa dagli episodi».
A proposito di mercato delle big europee: è incuriosito dal primo mercato di Conte al Chelsea?
«Sarà una rifondazione profonda, che riguarderà anche lo stadio: non credo che chiederanno a Conte un grande successo subito, piuttosto il suo compito sarà quello di ricostruire. Penso quindi che inizierà a valutare le energie umane a sua disposizione, per poi impostare gli acquisti e le inevitabili cessioni, perché la rosa contiene molti doppioni e dovrà necessariamente essere sfrondata. Su un punto, però, sono sicuro: Conte chiederà un sacrificio per un grande attaccante, che è quello che è mancato quest’anno».
Pure lui! Un altro che alimenterà il grande giro delle punte...
«E sì, sarà l’estate degli attaccanti».