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Juve sempre più in crisi: gravi limiti e manca Ronaldo. Milan e Napoli possono doppiare Allegri
Ma al di là dei numeri, che stavolta non ingannano, c’è il vuoto di una squadra che regala un tempo al Verona in generale e allo scatenato Simeone in particolare e soltanto nel finale sfiora il pareggio, più con i nervi che con il gioco. E’ vero che Dybala, l’unico da salvare, dopo aver colpito la traversa, avrebbe potuto firmare il 2-2 allo scadere, ma soprattutto è vero che Allegri nella ripresa cambia tutti e quattro i centrocampisti, facendo indirettamente capire i gravi limiti del reparto, ingigantiti dalle incertezze di una difesa non più imperforabile e di un attacco privo di Ronaldo, guarda caso a segno contro il Tottenham mentre i suoi ex compagni affondavano senza alibi.
BASSO RITMO - Allegri deve rinunciare a Chiesa per infortunio, mentre è soltanto tecnica la sua scelta di lasciare in panchina De Ligt e Locatelli, con la conferma del 4-4-2 in cui si rivede al centro della difesa la coppia Bonucci-Chiellini, tra i due esterni brasiliani Danilo e Alex Sandro. Sembra una cerniera sufficiente per bloccare le iniziative di Simeone, unica punta della squadra dell’ex Tudor, ma non è così. Il problema per la Juventus, infatti, è più generale e riguarda la differenza di ritmo rispetto al Verona, che aggredisce i bianconeri come se partisse da 0-1 e non da 0-0. Non a caso la prima occasione da gol della partita capita all’esterno gialloblù Lazovic che spaventa subito Szczesny. Per la verità la Juventus risponde con un bel colpo di tacco di Morata, smarcato da Dybala, che però non sorprende Montipò.
SIMEONE SHOW - Sembra l’inizio di una gara equilibrata e invece è l’inizio dello show di Simeone. Arthur perde un pallone sulla trequarti e Barak è bravo a liberare il “Cholito”, che sfrutta lo spazio concessogli dalla difesa bianconera e batte Sczezsny. Passano soltanto 3’ e Simeone concede il bis con un gran gol, che ricorda le prodezze di Del Piero perché il suo morbido destro da fuori area si infila nell’angolino alto alla sinistra dell’incolpevole portiere bianconero. Non siamo ancora al quarto d’ora e il Verona è già sul 2-0 che stende la Juventus anche a livello psicologico. Soltanto Dybala cerca la conclusione da fuori, ma senza mai inquadrare la porta, perché attorno a lui c’è il deserto.
TITIC TITOC - Nel momento più difficile si notano tutti i limiti della Juventus, senza centrocampisti di qualità e personalità. A parte Cuadrado, che prova ad accelerare sulla destra, i vari Arthur, Bentancur e Rabiot girano a vuoto, sovrastati nel ritmo dai loro avversari Faraoni, Tameze, Veloso e Lazovic. Nessuno inventa, perché tutti si limitano a una serie stucchevole di passaggi al compagno più vicino con un titic-titoc irritante, da non confondere con il tiqui-taca. E così Morata non riceve mai un pallone in profondità, mentre Dybala cerca di sfruttare la propria classe sfiorando il gol allo scadere del primo tempo, quando sfrutta un retropassaggio sbagliato di Veloso e colpisce la traversa.
CENTROCAMPO TRAPIANTATO - Al riposo sullo 0-2, come era successo al Milan a San Siro, la Juventus avrebbe tutto il tempo per ripetere la rimonta dei rossoneri che alla fine vinsero 3-2. Allegri, però, conferma gli stessi deludenti centrocampisti del primo tempo, aspettando più di 10’ per togliere Rabiot e Bentancur e per inserire Locatelli e McKennie. E proprio quest’ultimo sfiora subito la rete della speranza, costringendo Montipò alla respinta più difficile della serata. E’ la scossa dell’orgoglio perché la Juventus si sveglia dal proprio torpore cercando di giocare almeno con il cuore. Allegri capisce che si può e si deve insistere e allora cambia anche gli altri due centrocampisti, Cuadrado e Arthur, rilanciando Kulusevski e Bernardeschi, per completare il trapianto del reparto più in sofferenza.
ILLUSIONE MCKENNE - Nel ricordo della bruciante rimonta subita dal Milan, Tudor si preoccupa di rifrescare la sua squadra che ha speso molte più energie fisiche e nervose della Juventus. Casale, Lazovic e poi Tameze lasciano il posto a Ceccherini, Sutalo e Bessa, ma i cambi che fanno la differenza sono quelli di Allegri. Come contro il Sassuolo, quando firmò il gol del provvisorio 1-1, è McKennie a illudere i bianconeri, con il suo gran destro, su assist di Danilo, che stavolta vale l’1-2. Il Verona, però, non si spaventa e sfruttando la libertà concessagli dalla Juventus, che si scopre per pareggiare, sfiora nuovamente il gol con un diagonale a fil di palo di Kalinic, appena entrato al posto di Simeone, salutato da una meritata “standing ovation”. L’ultimissima occasione è sui piedi di Dybala che meriterebbe il gol del pareggio, negatogli soltanto da una spettacolare deviazione di Montipò. Allegri urla e spinge i suoi all’attacco, facendo volare il suo cappotto. Ma è l’unica cosa che vola della Juventus, sempre più lontana dal primo posto e sempre più in crisi.
:(actionzone)
IL TABELLINO
Hellas Verona-Juventus 2-1
Marcatori: 11' p.t. Simeone, 14' Simeone, 35' s.t. McKennie
Assist: 14' p.t. Lazovic, 35' s.t. Danilo
Verona (3-4-2-1): Montipò; Dawidowicz, Günter, Casale (dal 22' s.t. Ceccherini); Faraoni, Tameze (dal 30' s.t. Bessa), Veloso, Lazovic (dal 22' s.t. Sutalo); Barak, Caprari; Simeone (dal 38' s.t. Kalinic). All. Tudor
Juventus (4-4-2): Szczesny; Danilo, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Cuadrado (dal 25' s.t. Kulusevski), Bentancur (dal 13' s.t. Locatelli), Arthur (dal 25' s.t. Bernardeschi), Rabiot (dal 13' ; Dybala, Morata. All. Allegri
Arbitro: Marinelli
Ammoniti:27' p.t. Lazovic (HV), 29' p.t. Danilo (J), 12' s.t. Casale (HV), 18' s.t. Faraoni (HV), 18' s.t. Arthur (J), 32' s.t. Guenter (HV), 32' s.t. Morata (J).