Calciomercato.com

  • AFP via Getty Images
    Juve scudetto - Il pagellone: Dybala un 10 da 10, Ronaldo da record, De Ligt e Bentancur il futuro. Sarri invece...

    Juve scudetto - Il pagellone: Dybala un 10 da 10, Ronaldo da record, De Ligt e Bentancur il futuro. Sarri invece...

    • Nicola Balice
    Non è semplice distinguere ciò che accade in campionato dalle altre competizioni, specialmente quando una stagione è lunga e complicata come quella attuale. Ma il nono scudetto di fila dell'a Juve, il primo dell'era Sarri non può che essere identificato come il tricolore di due giocatori in particolare Paulo Dybala e Cristiano Ronaldo. E se lo scorso trionfo era arrivato per eccesso di superiorità, questo forse può passare agli archivi come lo scudetto vinto o stravinto per eccesso di inferiorità delle altre. Queste le pagelle tricolori della Juve di Calciomercato.com.

    Dybala 10: il volto dello scudetto deve essere il suo. Che un anno fa, di questi tempi, veniva scaricato pure brutalmente dalla Juve. È rimasto, ha reagito, è diventato leader come mai prima d'ora. Meno gol di Ronaldo eppure forse più pesanti, soprattutto dopo il lockdown (vissuto a lungo da malato, mica poco) era lui a gonfiare la rete sullo 0-0. Magie e concretezza, soprattutto continuità. E ora il rinnovo.

    Ronaldo 10: sarà che è talmente forte, ma il suo dominio totale quasi lascia il senso della normalità. Eppure è tutto fuorché normale. Un breve passaggio a vuoto condizionato da un fastidio al ginocchio e un altro nel rapporto con Sarri. Poi solo gol, solo record. Si possono fare mille ragionamenti sulla sostenibilità economica dell'operazione, ma due anni dopo in campo i problemi sono stati tutti delle avversarie.

    Bentancur 9: anche dopo il rinnovo di contratto è il centrocampista che guadagna meno. Matuidi prende quasi il doppio, Pjanic e Khedira quasi il triplo, Rabiot e Ramsey anche di più. Eppure è, per distacco, il miglior centrocampista della Juve. Per continuità, rendimento, personalità, tenuta atletica. Solo nelle ultime partite è apparso un po' in riserva, ma non potrebbe essere altrimenti. Consacrato.

    De Ligt 9: partenza lenta, l'infortunio di Chiellini lo ha costretto a diventare subito protagonista e l'inizio non è stato semplice. Ma appena ha preso le misure è stato dominante, due spanne sopra chiunque altro. Spesa record o no, sono soldi ben investiti sia che rimanga una vita alla Juve sia che possa arrivare qualcuno tra un anno con i 150 milioni della clausola rescissoria.

    Alex Sandro 7,5: disputare una stagione infinita come questa con la consapevolezza di non avere ricambi, non è semplice. Il brasiliano tranne nei momenti di inevitabile appannamento è stato protagonista della miglior stagione degli ultimi anni, solido e concentrato.

    Bonucci 7,5: prezioso soprattutto nella prima parte di stagione, al fianco di De Ligt e Demiral è servito per aiutarli a inserirsi. Capitano senza Chiellini, poi è calato in maniera preoccupante negli ultimi mesi.

    Cuadrado 7,5: l'evoluzione a terzino destro è completata. Certo, quando spinge è ben altra cosa rispetto a quando difende, ma di questa Juve è una certezza.

    Demiral 7: a un certo punto ha preso il posto di De Ligt, convincendo anche più della prima versione dell'olandese. Poi il brutto infortunio, ma anche lui fa parte del futuro bianconero.

    Higuain 7: fino allo stop del campionato, quasi una rivelazione. Si è calato nella parte del terzo violino, punta di manovra e uomo assist. Il lockdown lo ha però travolto, tra preoccupazioni personali e altre progettuali. 

    Buffon 6,5: ha risposto sempre presente quando è stato chiamato in causa, il record di presenze in serie A il giusto premio.

    Douglas Costa 6,5: è partito come titolare e principale novità nella Juve di Sarri. Quando c'è, è un'arma in più. Ma quando c'è?

    Matuidi 6,5: una prima parte di stagione da insostituibile, come se con Ronaldo in campo non potesse esistere una Juve senza Matuidi. Anche lui risultato positivo al Covid-19, negli ultimi mesi non ha più ritrovato la condizione giusta.

    Pjanic 6,5: una prima parte di campionato da pedina insostituibile, fulcro del gioco al centro del progetto “150 palloni”. Poi è scomparso, ben prima dello scambio con Arthur.

    Ramsey 6,5: una continua ricerca della giusta condizione, anche però qualche gol pesante come quelli con Spal e Inter che hanno permesso alla Juve di arrivare in testa al lockdown. Si è visto troppo poco.

    Szczesny 6,5: ci sono anche le sue mani sullo scudetto, ma subendo tutte queste reti il giudizio non può essere solo positivo.

    Chiellini 6: il primo gol ufficiale dell'era Sarri è suo, poi l'infortunio e la continua rincorsa fatta di stop ripetuti.

    Danilo 6: pronti via e segna dopo una manciata di secondi contro il Napoli. Anche per lui qualche acciacco di troppo, giudizio condizionato anche dall'eccessiva valutazione all'interno dell'operazione Cancelo per quello che di fatto è stato una riserva, terzino di esperienza con qualche passaggio a vuoto ma ha la fiducia di Sarri.

    Rabiot 6: ora si intravede il vero Rabiot ed è tutta un'altra cosa rispetto al giocatore scostante e in ritardo visto per quasi tutto il campionato. Se è questo, un (grande) acquisto ma ritardato di un anno.

    Bernardeschi 5,5: gioca tanto, gioca sempre o quasi. Trequartista o esterno, viene esaltato per la sua capacità di dare equilibrio alla squadra, ma i gol sono zero e le giocate decisive poco di più. Involuto.

    De Sciglio 5,5: alla fine, non c'è quasi mai. E quando c'è, dura poco.

    Khedira 5,5: un'altra stagione persa per infortunio, a 6 milioni netti è uno spreco più che un lusso.

    Rugani 5,5: nemmeno con Sarri è riuscito a risalire le gerarchie, anzi non ha mai giocato così poco. E quando ha giocato, non ha realmente convinto. 

    All. Sarri 6,5: ha vinto lo scudetto, pure in anticipo, quindi ha ragione lui. Eppure, ci sono tanti di quei “ma” che accompagnano la sua gestione... La Juve giocava meglio a inizio campionato, poi è regredita. Ha subito una quantità di gol mai vista negli ultimi dieci. Non si è aggrappata al gioco rivoluzionario ma alle giocate dei suoi campioni. E quando parla, proprio non sembra un uomo da Juve. Il vero merito, recuperare Dybala e rilanciare Higuain. Poi ha vinto lo scudetto, pure in anticipo, quindi ha ragione lui.

    Altre Notizie