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Juve, Ronaldo senza gol e insufficiente! Dybala quanta pazienza avrà?
A suo modo un piccolo evento. Se, infatti, a Verona contro il Chievo e in casa con la Lazio, Ronaldo aveva fatto vedere molte delle sua qualità, al Tardini è stato troppo spesso lontano dalla porta, ha perso qualche pallone di troppo, non ha mai illuminato la scena con giocate significative.
Se si fosse trattato di qualsiasi altro, Allegri non avrebbe aspettato tempo a sostituirlo, ma Ronaldo è Ronaldo e naturalmente va messo nelle migliori condizioni per rendere.
Al contrario non si sa quanta pazienza avrà Paulo Dybala di qui alle prossime partite. Cominciare la seconda gara consecutiva dalla panchina (con la Lazio non è entrato, a Parma ha giocato 10 minuti al posto di Khedira) non lo rende felice anche se è probabile che, in un prossimo futuro, l’allenatore torni al 4-2-3-1 che abbiamo visto nel finale.
Questo consentirebbe di schierare Ronaldo a sinistra, Douglas Costa a destra e Dybala dietro a Mario Mandzukic. Il problema è a centrocampo: chi accanto a Pjanic? Khedira sembra intoccabile (anche se pure a Parma non è stato sufficiente), Matuidi corre per tre, Emre Can ha voglia (e diritto) di giocare. Di certo avere tanti uomini, e tante soluzioni, non dovrebbe angosciare nessuno, tantomeno un cinico blu come Allegri.
La Juve ha vinto a Parma più o meno come aveva vinto a Verona. Ovvero ha segnato presto, qui dopo 1’ e 57’’ con un gol di Mandzukic che, dopo aver colpito di testa, è stato il più lesto a riprendere la palla rimbalzata sulla schiena di Iacoponi.
Gol fortuito e fortunato che, come con il Chievo, la Juve non ha capitalizzato, lasciando crescere il Parma che di minuto in minuto si è fatto pericoloso. Prima (9’) Di Gaudio, al culmine di un grande doppio dribbling di Gervinho, si è fatto anticipare a porta spalancata da Cuadrado. Poi Stulac (14’) ha colpito la traversa da punizione.
Eppure la Juve, soprattutto sul versante destro del Parma, sfondava quasi senza opposizione, solo che a ridosso dell’area perdeva lucidità. Anziché cercare la profondità, i calciatori bianconeri provavano problematici uno-due sui quali la difesa aggressiva del Parma ha avuto quasi sempre la meglio.
Così, ad una pura contabilità delle occasioni, il Parma alla fine del primo tempo ne ha avute addirittura di più e, forse, avrebbe meritato pure il vantaggio. Sì, perché al 32’ , Gervinho di testa ha rimesso le gara in pareggio.
Nella circostanza si sono verificate tre situazioni per nulla favorevoli alla Juve. Cuadrado era da poco rientrato dopo uno scontro di gioco con Luca Rigoni e non ha presidiato con attenzione la sua fascia, dalla quale è partito il cross di Gobbi. Al centro, Inglese ha potuto staccare indisturbato. Davanti alla porta Szczesny ha mancato la palla proprio per il tocco del centravanti avversario.
A mio parere, il più colpevole di tutti è stato proprio il portiere juventino che, però, si è riscattato al 46’, quando Gervinho è sfuggito a Cuadrado e ha messo in mezzo per Rigoni. Il tiro a botta sicura è stato respinto due volte dal polacco.
Prendere il 2-1 ad un respiro dall’intervallo, sarebbe stato mortifero per la Juve che evidentemente non è ancora pronta: meno bene del solito Bernardeschi, poco convincente Cuadrado (non sa difendere), impalpabile Khedira.
Non so come sarebbe andata a finire se Matuidi, al 58’, non avesse letteralmente inventato un gol da posizione defilata, su assist di Mandzukic (tacco) e dopo un’azione che ha coinvolto l’intero versante sinistro. E’ vero che il Parma è calato dall’ora di gioco in avanti (anche perché D’Aversa ha incomprensibilmente sostituito Gervinho, il più veloce, il più pericoloso, il più in palla), ma è vero anche che gli emiliani non hanno mollato fino alla fine, cercando di rubare palla e ripartire.
La Juve, invece, ha fatto quel che le riesce peggio: gestione della palla assai stucchevole, come nel primo tempo. Unico sussulto, un palo esterno di Douglas Costa, subentrato al 55’ a Bernardeschi.
Poco. Perché il resto avrebbe dovuto riguardare Ronaldo che un paio di tiri (uno anche da dentro l’area) li ha fatti, ma senza lasciare il segno.
Non c’è da preoccuparsi, il fuoriclasse non è ancora in condizione e, chissà, forse gli bruiciava ancora il premio di miglior calciatore della Champions assegnato a Modric. Più prosaicamente Ronaldo ha cambiato squadra e ha svolto una preparazione ridotta. Lo vedremo dopo la sosta e non credo che deluderà più.