Colpo di scena: Paolo De Ceglie e Fabio Grosso sono gli highlander della rivoluzione Juve. Nonostante i molteplici acquisti di Marotta e soci, la fascia mancina difensiva resta la stessa degli ultimi anni, ulteriormente depauperata dalle partenze delle alternative Armand Traore e Brazo Salihamidzic. Fino a qualche settimana fa sembrava che il problema terzino sinistro fosse stato risolto con Reto Ziegler, preso a parametro zero dalla Sampdoria a giugno. E invece no: Conte non gradisce lo svizzero, che viene ceduto oggi in Turchia senza aver mai debuttato ufficialmente con la Vecchia Signora. Una mossa che ha fruttato 600mila miseri euro di prestito oneroso e fatto tornare la Juve all'agonia del ballottaggio De Ceglie-Grosso.

Dare fiducia a De Ceglie può essere anche comprensibile. Stiamo parlando di un 25enne con potenzialità ancora inesplorate. I dubbi sull'esterno di Aosta nascono dalla capacità di adattarsi al ruolo di terzino. Lo stava facendo con discreti risultati prima del crac della stagione scorsa, che lo ha costretto ai box per mesi e mesi. Conte spera che ritrovi lo smalto e si abitui alle diagonali difensive. La scelta di puntare su di lui è comunque coraggiosa. 

L'alternativa resta Fabio Grosso, 34 primavere a novembre e diversi anni anonimi alle spalle. L'eroe di Berlino 2006 sembrava destinato a finire nel dimenticatoio, come a ogni estate bianconera. Ma in un modo o nell'altro, Grosso rispunta sempre a stagione in corso. Succederà gioco forza anche quest'anno. A maggior ragione se la sfortuna continuerà a perseguitare De Ceglie come ormai succede da tempo.

In teoria Conte potrebbe spostare anche Chiellini a sinistra. Il difensore della Nazionale però storce il naso quando deve lasciare il centro della difesa. E in mezzo la Juve non è riuscita ad arrivare a uno stopper di livello assoluto: in pratica, se Chiellini venisse dirottato in fascia, la coppia centrale sarebbe Bonucci-Barzagli. Roba da Del Neri, altro che sogno scudetto.