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    Juve, Rabiot: 'Rinnovo? Non è un segreto, Allegri è stato decisivo. So cosa posso dare qui'

    Juve, Rabiot: 'Rinnovo? Non è un segreto, Allegri è stato decisivo. So cosa posso dare qui'

    Adrien Rabiot, in diretta su Twitch, parla così del rinnovo e del momento della Juventus.

    CAVALLO PAZZO - "Sì, mi piace, l'ho già detto. Mi piace il cavallo come animale, un animale che è forte, corre sempre, anche intelligente. Sì, mi piace questo soprannome. Il video del rinnovo? Sì, bel video, mi piace anche il gol a San Siro. Per me è il mio gol preferito, per questo anche il video è bello".

    RESTARE ALLA JUVE - "Chi mi ha convinto? Non è un segreto. Il mister ci teneva tanto, mi ha parlato tanto quest'anno per rimanere qui alla Juve, anche mentre ero in vacanza mi ha mandato tanti messaggi. In primis il mister, alcuni compagni di squadra ovviamente. Tutti poi. Manna, Cherubini, straordinario. Tanto con tanta gente, tutti nello staff qui. Mi hanno mostrato tanto amore. Direi soprattutto il mister, anche gli altri mi hanno dimostrato tanto amore".

    LA DECISIONE - "Se hai pensato anche all'Europeo? Ovviamente è importante, ho preso tutto in considerazione, anche il fatto di non sapere cosa ci fosse altrove. Qui sai cosa puoi dare".

    AFFETTO DEI TIFOSI - "Ha inciso, certo. L'aiuto e il supporto sono importanti, lo sono stati l'anno scorso. Tutto l'anno ho ricevuto tanti messaggi carini, di supporto, di aiuto. Devo dire che per un giocatore è importantissimo questo, sentirsi bene in una squadra, in una città. Ci aiuta tanto. E' stato anche un elemento importante ovviamente nella mia scelta. Ho un buon rapporto con i tifosi, sempre mi fermo fuori dalla Continassa anche a fare due o tre chiacchiere. Per me è importante avere un buon rapporto, tra tifosi e giocatore, siamo tutti insieme, difendiamo gli stessi colori. Anche per loro sentirsi vicino al giocatore è importante".

    CAPELLI LUNGHI - "Quando sono troppo lunghi è meglio tenerli legati, mi piacciono entrambi ma è vero che mi piace di più giocare così, mi sento più a mio agio".

    FARE GOL - "Certo, ho fatto tanti gol. E' una cosa che mi piace. Come ho sempre detto, ho fatto anche una buona stagione due anni fa, ho giocato tanto e solo che cambia il numero di gol e assist. Ma puoi fare una buona stagione anche senza fare gol e assist. Il calcio non è solo questo. Lo dico spesso. Adesso il calcio è diventato così: se non fai dieci gol o quindici, sei un giocatore scarso. Se ne fai 10 invece sei un fuoriclasse. Io lo vivo e vedo diversamente, sono contento ovviamente di aiutare la squadra e fare gol. Ho questo potenziale e devo esprimerlo al meglio".

    WEAH - "Dopo quattro anni qui sono un giocatore 'anziano', posso dirlo: è il quinto anno. In una carriera 5 anni in un club sono tanti. Adesso ho un ruolo un po' diverso, sono un giocatore più esperto. Anche per questo la società mi voleva per aiutare i giocatori più giovani, dimostrare sul campo e dare l'esempio. Abbiamo tanti giocatori giovani. Ho parlato con Weah: qui si lavora tanto per migliorare sempre, vogliamo vincere, è una parola importante. Lui è bravo, pronto a dare tutto, ha capito dov'è atterrato. Tutti i giovani devono capire che qui si lavora per crescere, per dare il meglio. Noi parliamo in francese, lui parla bene il francese. L'italiano? Certo, anche per la lingua, ha voglia di conoscere e migliorare, parleremo anche in italiano per capire il mister. Il mister non parla inglese, quindi...".

    ALLEGRI - "Per me era un po' difficile capirlo, ora lo capisco meglio".

    AMBIENTE - "Ho parlato poco con Timothy, parleremo più avanti. Gli ho detto velocemente che qui è particolare, anche i giovani che tornano dal prestito hanno capito e hanno visto che qui ci sono tante pressioni. Ogni partita va vinta. Ma sono buone pressioni, per aiutarti a crescere, a dare il massimo. In una carriera di un calciatore, la Juventus per me è un passo importante a livello di lavoro e mentalità".

    AIUTARE LA JUVE - "Resto qui per aiutare la Juventus, con un occhio alla Nazionale. Non ho il posto garantito, ma aiuta un ambiente che conosco".

    JUVENTINI FRANCESI - "Come Deschamps? Lo raggiungo nei numeri, certo. Col CT abbiamo un bel rapporto, per lui la Juventus è un top club, parliamo spesso della Juve. Gli piace il lavoro duro, quindi per questo sa cosa vuol dire lavorare e giocare per la Juve, l'importanza di vestire questa maglia. Abbiamo questo in comune".

    SOGNI DI BAMBINO - "Ho sempre voluto fare il calciatore, ovviamente. In mente avevo soprattutto la nazionale, per me giocare per il mio Paese è una cosa incredibile. A livello di club non avevo in mente un club in particolare. Volevo arrivare in alto, dare il massimo, soprattutto mi piacerebbe vincere la Champions. Da bambino la voglio. Farò di tutto per arrivarci. Magari con la Juventus...".

    RUOLO - "Mezzala destra o sinistra? Mi piace più a sinistra, le cose vengono naturalmente, sono mancino. Ho giocato anche a destra e mi trovo bene, non cambia tanto". 

    ANCORA SU ALLEGRI - "Il mister ha capito chi sono, cosa posso dare sul campo. Mi lascia anche questa libertà sul campo. Mi ha spinto tanto dall'inizio, due anni fa, a fare gol, anche in allenamento. Me l'ha sempre detto e me lo dice sempre. Per me è stato importante darmi la fiducia di andare sempre avanti e continuare a giocare e avere questi numeri. Allenatore per me incredibile, anche con giocatori giovani prende il tempo di fare le cose, spiegare... Dopo i 10 gol cosa ti ha detto? E' venuto da me, sì, ma lui sa cosa posso fare. Non mi dice 'hai fatto bene', mi dice che posso fare di più, cos'ho sbagliato... Questo mi piace, non mi aspetto uno che mi dica che sono bravo o straordinario. Ho fiducia in me stesso. Preferisco uno che mi spinge a dare di più. Per questo mi trovo bene con Allegri".

    NUMERO VENTICINQUE - "Non c'è una storia particolare. Quando ho iniziato al PSG non c'erano tanti numeri liberi. Sono partito dal 31, era per i giovani. Dopo 1-2 anni il 25 era libero quindi ho preso quello. Non l'ho più lasciato. Ho fatto tutta la carriera, sono anche molto legato a questo numero. Solo questo. Non cambierò numero maglia, potete prenderla... Quale consiglio? Io direi più la maglia bianconera, anche l'altra maglia è bella. Ma con il giallo così, salamandra, mi piace di più". 

    COMPAGNI - "Sono molto legato a Cuadrado, ma anche con giocatori più giovani. Mi trovo bene con Iling, parliamo bene insieme. Parla anche francese. C'è un buon rapporto con tutti, è un bel gruppo. Non c'è, direi, una persona in particolare".

    LEADER - "In campo e fuori devo avere l'attitudine tale da poter dimostrare di essere un esempio. Ma dentro lo spogliatoio parliamo tutti normalmente, giovani ed esperti. Per questi giocatori giovani voglio essere un esempio, dimostrare come si lavora. Come si deve comportare anche fuori dal campo e in campo. Sono arrivato ed ero più giovane. Ho avuto subito un buon rapporto con i giocatori più anziani. Per questo voglio avere un buon rapporto con i più giovani, aiutarli al massimo".

    RIVINCITA - "Sono state due stagioni difficili, senza trofei. Come ho detto in passato sono qui per vincere, un grande club che ha sempre vinto, che vincerà anche in futuro. Due anni senza trofei sono tanti in un club come la Juve. L'obiettivo quest'anno è vincere. Per questo sono rimasto: per me è una sfida trascinare a vincere il campionato, la coppa, mettere la Juve dove deve stare. Per me è importante. Sono qui che giocavamo la Champions, vincevamo lo scudetto... Voglio tornare a vivere queste emozioni, condividendole con i tifosi".

    TOURNEE - "Siamo contenti di andare in America, lavorare bene, fare il lavoro che dovevamo fare. Fare tre partite e tornare per iniziare il campionato, che personalmente non vedo l'ora di iniziare. Non solo questo, siamo carichi per la nuova stagione. Pronti a dare tutto. Spero di avere tutto il supporto dalla squadra con noi, per noi e per l'ambiente siete importanti, dobbiamo spingere nella stessa direzione".

    RESPONSABILITA' - "Mi trovo bene e mi sento bene qui, quando arrivi da qualche parte non sai cosa troverai. Qui ho trovato un ambiente che mi piace. La gente qui dentro e fuori è straordinaria, quindi sì, è stata una scelta col cuore veramente. Non volevo lasciare tutto questo. Anche perché per me, come detto prima, il lavoro non è finito per me e ci sono tante cose da fare che possiamo migliorare. Sento di poter crescere, è importante saperlo. Per questi motivi sono rimasto".

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