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    Juve, rabbia scudetto immutata anche senza Conte

    Juve, rabbia scudetto immutata anche senza Conte

    La curiosità, tutta la curiosità, era  concentrata sull'effetto della prima partita juventina senza Conte in panchina. Se n'è parlato tanto, in queste lunghe settimane dedicate alle aule dei tribunali, poi chissà perché si è affievolita l'attenzione sul tecnico bianconero e su come sarebbe andato il debutto in tribuna. Poche, pochissime informazioni su uno degli aspetti fondamentali della partita: dove ha seguito la sfida Antonio Conte? Come si è tenuto in collegamento con i suoi collaboratori? Quali mosse ha ispirato?  C'è stato bisogno di attingere a qualche "informatore" privato per scoprire che Conte era in un box parecchio defilato, che non c'è stato nessun telefonino acceso, che i suggerimenti sono piuttosto arrivati attraverso una "staffetta" che ha confermato l'ingresso in campo di Vucinic nella ripresa, mossa peraltro già studiata prima della partita. 


    Conte non si è fatto vedere, se non alla fine quando è sceso sulla terrazzina della tribuna d'onore e ha stretto forte il pugno verso i suoi giocatori, come tante volte ha fatto a due metri dalla linea bianca. In parecchi sapevano e in parecchi si sono girati verso di lui, aspettando quel segnale forte di solidarietà. Conte e la Juve insomma, in questa prima sfida, sono andati a braccetto come e verrebbe da dire anche più di quell'intera stagione vissuta fianco a fianco anche durante i novanta minuti canonici. Stavolta ne sono serviti addirittura 120, ma per quelle due ore è 

     

    come se Conte fosse stato lì, a urlare le sue disposizioni.  A pensarci bene l'immagine di Carrera fradicio sotto la pioggia, sempre in piedi, pronto a divincolarsi e a urlare, era in fondo la trasposizione del suo "superiore". Una sorta di ventriloquo che sapeva come caricare i suoi attraverso la sua voce a bordo campo.


    Insomma, se la domanda è o era legata ad Antonio Conte, la prima risposta è stata affermativa. La Juve ha dimostrato il solito carattere, non è apparso affatto disorientata o deconcentrata dall'assenza del suo allenatore e anche le mosse a partita in corso sono state azzeccatissime. Per la verità i confronto tra Juve e Napoli è terminato senza i due allenatori titolari in campo, perché dopo l'espulsione di Zuniga anche Mazzarri si è visto indicare la strada dello spogliatoio. Ma a quel punto la partita per il Napoli era praticamente già persa. In nove contro undici, anzi contro dodici, perché Antonio Conte - a dispetto della squalifica - era lì. Era ancora l'immagine della Juve determinata e rabbiosa dello scudetto. Forse addirittura di più .

    la repubblica


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