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Juve Primavera, non solo Miretti e Soulé: chi sono i giovani bianconeri all’assalto dell’Europa
Nella prima fase di stagione, Andrea Bonatti è andato alla ricerca di un Miretti, nel frattempo passato all’Under 23. Un centrocampista tecnico, capace di far girare palla e vedere il gioco, con la personalità necessaria a ricevere palla sul limite dell’area bianconera e avviare la ripartenza dal basso. Lo ha trovato in Andrea Bonetti, classe 2003. “Trovato” è una forzatura, perché Bonetti è stato plasmato dallo staff tecnico della Primavera e ha completato la sua transizione da attaccante indolente a centrocampista imprescindibile per i meccanismi di questa squadra. Uno scatto prima mentale, che tecnico-tattico. Il suo percorso, in breve, rappresenta tutto ciò che di buono c’è, del lavoro che viene fatto, nel gruppo Under 19.
A guidare la fase offensiva, assistito dal già citato Matias Soulé, ci sarà Ange Chibozo, attaccante classe 2003 che ha già esordito con la nazionale maggiore del Benin. Per lui, questo sembra essere l’anno dell’esplosione, della consacrazione, dopo un’ultima stagione sfortunata costellata da infortuni. Ha trovato continuità e con continuità ha trovato il gol: 17 in tutte le competizioni e terzo posto momentaneo nella classifica dei capocannonieri del campionato Primavera 1. Non solo la rete, la sua crescita è stata costante, ha messo in mostra tecnica, potenza, esplosività e accelerazione; inoltre, ha imparato il valore della parola “insieme” - spesso urlata da mister Bonatti -, dimostrandosi uomo squadra, capace di dialogare con i compagni.
In campo, Chibozo ha dimostrato di avere grande feeling e di dialogare ottimamente – parlano, dal punto di vista tecnico, la stessa lingua -, con Samuele Iling-Junior. L’esterno classe 2003 è arrivato dal settore giovanile del Chelsea con la pressione sulle spalle dell’essere uno dei talenti inglesi più promettenti. Ci ha messo un po’ a dimostrarlo, nel campionato italiano. Nell’ultima stagione, però, ha trovato continuità di prestazioni, risultando decisivo in più occasioni. Corsa, abilità nel dribbling e tecnica di base di alto livello; quello che manca è la lettura dei momenti di gioco, la continuità nel corso dei 90’: arriverà con l’esperienza, ma le basi sono più che buone.
Dall’altra parte del campo, a destra, agisce Gabriele Mulazzi, anche lui classe 2003. Nella passata stagione, ha cominciato come esterno basso, per poi essere alzato, come ala e, all’occorrenza, o a seconda del momento della partita, come mezzala di inserimento. Sembra non sentire la pressione e, al contrario, esaltarsi sui campi europei: ha già segnato 3 reti in Youth League quest’anno. Quello che stupisce maggiormente, è che sembra giocare con un orologio da tasca in mano, che inizia a ticchettare forte quando è tempo di inserirsi per bucare le difese avversarie. Tecnica, sì, corsa, altrettanta; ma a meravigliare è l’intelligenza tattica, la lettura di quello che succede in campo: caratteristica che appartiene ai predestinati.
Ultimo, non certo per importanza, il valore aggiunto dell’Under 19, mister Andrea Bonatti e il suo staff. Ha un progetto preciso in mente, studiato a tavolino con il club: la crescita dei giovani prima di tutto, prima ancora dei risultati. I risultati, però, arrivano, perché l’accesso alle Final Four di Youth League è una nuova pagina di storia per la Vecchia Signora, e sono il frutto di un lavoro martellante in allenamento e di un gioco che non ha eguali in Italia, per estetica e concretezza.