Juve, Pepe:| 'Più fame del Milan'
Simone Pepe, dopo aver - come direbbe Totti - purgato la Lazio, punta a ripetersi con la “sua” Roma? «Ah, bell’inizio soft... Come ho sempre detto, io non posso che ringraziare la Roma. Se oggi sono un calciatore importante lo devo al suo settore giovanile. Però domani spero di segnare, ci mancherebbe».
Hai mai assistito a Roma-Juve all’Olimpico?
«Hai voglia, da raccattapalle».
E pagando il biglietto?
«Anche, ricordo un 1-0 per la Juve. Gol di Zidane».
Quella volta rosicò...
«Sì, quella volta rosicai».
Quel Totti che un tempo affrontava con la Primavera oggi è diventato il nemico.
«Come lo era Del Piero ai tempi dell’Udinese, ma l’impressione quando giochi contro campioni di quel livello è sempre la stessa: provi ammirazione. Sono dei simboli».
Pepe si sente un simbolo?
«Un simbolo no. Mi sento parte di un gruppo importante e questo per me ha maggior valore rispetto alle gratificazioni personali».
Suo fratello per chi tiferà domani?
«Mio fratello nasce come laziale, quindi non ho dubbi su chi indirizzerà il suo tifo domani...».
Molti vedono delle analogie tra questa Juve e la prima di Lippi. Nel ‘94 Conte era in campo e lei...
(ride) «Anche ora Conte sta in campo. Quasi sempre...».
Lei allora aveva 11 anni e guardava quella Juve alla televisione. Pensava già di poter stare, un giorno, dall’altra parte dello schermo?
«Quello l’ho sempre pensato, tutti mi dicevano che ero abbastanza bravo per farcela. Io, De Rossi e Bovo tra i giovani della Roma eravamo visti come quelli che potevano arrivare. All’inizio pensavo solo a divertirmi, poi è normale che con il passare degli anni uno comincia a pensare “spero che diventi anche un lavoro”. E oggi faccio il miglior lavoro al mondo».
Hai mai rifiutato un autografo?
«No, non sono il tipo. Penso che il giorno in cui non me ne chiederanno più, sarò io ad andare in giro a chiedere se qualcuno ne vuole...».