Juve, quest'anno è meglio non vincere, poi si cambia: chi resta, chi va, i dubbi
Gianluca Minchiotti
Una volta si diceva che i grandi club iniziano a programmare la stagione successiva il 1° marzo. In questi tempi dominati dall'incertezza determinata dal Covid, questa 'regola' forse non è più valida, ma pensiamo che per la Juventus, che fra l'altro ha fatto di 'live ahead' (vivere in avanti) il proprio motto, sia quanto mai necessario iniziare a pianificare fin da ora il proprio futuro. E' necessario farlo adesso, quando la stagione in corso, almeno per quanto riguarda l'obiettivo scudetto, sembra quasi irrimediabilmente compromessa. Le cifre sono impietose: l'Inter è lontana 10 punti, al netto del recupero del match con il Napoli. E la Juve di Pirlo in 23 partite ha raccolto 46 punti, contro il 54 della Juve di Sarri e i 63 dell'ultima squadra guidata da Allegri. Certo, ci sono una Supercoppa in bacheca, una finale di Coppa Italia da giocare e un ottavo di finale di Champions da ribaltare contro il Porto, ma il tricolore, dopo nove anni, sembra ormai aver preso un'altra strada. E per la società è già tempo di guardare al futuro, e di capire chi è da Juve e chi non lo è. E il fatto di non vincere qualcosa di importante per una stagione potrebbe anche paradossalmente rappresentare un vantaggio, per accelerare decisioni che altrimenti resterebbero nel cassetto. CONTINUA A LEGGERE: JUVE, CHI RESTA, CHI SE VE VA E CHI E' IN DUBBIO