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Juve, niente calcio né tecnico per un'ora: Allegri riparta dagli Iling e lasci perdere gli sfiniti Bonucci e Cuadrado
Quella, per intenderci, di Gatti, esordiente in Europa, o dei subentranti Miretti, Soulè e, soprattutto, Samuel Iling-Junior, 19 anni di talento e sfacciataggine sbattuti dentro al Da Luz bollente al posto di Kostic. In ventiquattro minuti - ovvero dal 70’ più recupero - l’inglese ha letteralmente trasformato la Juve, ha servito due assist vincenti (gol di Milik e di McKennie), un terzo è stato mancato per eccesso di sicurezza da Soulè (interno destro troppo aperto) e ha letteralmente terrorizzato uno stadio che si sentiva già la vittoria in tasca. Dalla parte di Iling, Schmidt ha cambiato l’esterno basso, mentre Allegri continuava a gridare ai suoi di fargli arrivare palla. Iling ha saltato l’uomo con una leggerezza imbarazzante e, anche se la domanda è puerile, viene da chiedersi come sarebbe finita se fosse entrato solo dieci minuti prima
Per carità, la vittoria del Benfica è incontestabile. Piena (quattro gol e un paio di salvataggi di Szczesny), legittima (un palo dopo fuga solitaria di Rafa Silva splendido autore di due gol), spumeggiante (la qualità del gioco è stata di altissimo livello) e, infine, più netta di quel che dica il solo gol di scarto. Però è un fatto che al 91’ un colpo di testa di Gatti, da angolo, è uscito di un centimetro. Quindi il 4-4, formalmente iniquo e completamente ininfluente per la qualificazione, si è spento a meno di un palmo dalla porta portoghese.
Il problema è che per un’ora la Juve non è esistita. Ha concesso al Benfica qualsiasi libertà di movimento e costruzione, è andata sotto (colpo di testa di Antonio Silva da sviluppo di calcio d’angolo), mostrando le rughe ormai inestinguibili di Bonucci, ha pareggiato con Vlahovic (assist di Danilo, convalida del Var che spazza via i dubbi di un presunto fuorigioco) e poi, nel giro di cinque minuti, è andata sotto di nuovo, causa uno schiaffetto imbelle dell’ormai (s)finito Cuadrado, un altro che al pari di Bonucci deve lasciar perdere, altro che rinnovo del contratto.
Dal dischetto ha segnato Joao Mario e da quel momento c’è stato solo il Benfica in campo. Prima del 3-1 (Rafa Silva di tacco su assist di Joao Mario), punteggio che ha sancito una superiorità imbarazzante, Dusan Vlahovic ha spiegato al mondo perché non vale, né mai varrà, i 70 milioni spesi dall’ingegnosa dirigenza juventina per strapparlo alla Fiorentina. Su cross basso e perfetto di Kostic, uno dei pochi a essersi guadagnato la serata, ha girato di sinistro da dentro l’area senza essere né controllato, né marcato. Palla fuori, naturalmente. Non so cosa sarebbe cambiato, ma, visto il crollo fisico e mentale registrato dal Benfica nella ripresa, poteva essere incoraggiante ripartire dal 2-2 dopo appena mezzora. Invece, sul ribaltamento di fronte, Rafa Silva ha cominciato a scrivere la sentenza. E quando, al 50’, Bonucci ha sbagliato ancora (come sul primo e sul terzo gol), questa volta regalando, in uscita, il pallone a Grimaldo, il peggio si è materializzato con lo “scavetto” del solito Rafa Silva ai danni di Szczesny. 4-1, la Juve tramortita e paurosa, lo spettro dell’altrui goleada ancora più vicino. Non a caso il portiere juventino salvava, don un doppio intervento su Ramos e Aursnes.
I cambi di Allegri (dopo l’intervallo Mlik per Kean) sembravano il frutto della disperazione: Alex Sandro per Bonucci, Miretti per Cuadrado. Il triste finale della vecchia guardia. Poi, a parte Soulè per Vlahovic (risentimento, uno in meno per Lecce), entrava al 70’ Iling Junior per Kostic. Cinque minuti - il tempo per un’altra occasionissima in contropiede del Benfica con Rafa Silva (alto su superassist di Joao Mario) e Iling, scappato a sinistra al suo marcatore, metteva un pallone pulito per la girata di Milik che, al contrario di Vlahovic, la buttava dentro. Ancora due minuti e la partita diventava un samba. Ancora Iling che scatta a sinistra, ancora un cross a mezz’altezza, il portiere esce, ma non trattiene Soulè tira, un difensore ci mette il petto, McKennie la zampa sinistra e da 4-1 ci si ritrova 4-3. Sarà anche il risultato finale. Ma l’ultimo quarto d’ora è di una bellezza illogica, quindi spiazzante. Rafa Silva (85’), mentre tutta la Juve è a caccia del pareggio su calcio d’angolo, sprinta in beata solitudine verso Szczesny, potrebbe fare gol in molti modi, ma la piazza sul palo.
La replica della Juve, entrata a suo modo nel caotico epilogo della partita, è ancora affidata a Iling che questa volta l’ha mette sul piede di Soulé, colpevole di allargare troppo l’interno. L’aria da assedio bianconero al fortino del Benfica è divertente per molti, tranne che per i lusitani. E infatti Gatti, di testa, mette fuori da calcio d’angolo.
Un 4-4 sarebbe servito per il morale, e va bene. Ma la Juve, per un’ora, è stata ridotta a comparsa. Fino a quando non ritorna squadra, è inutile parlare di calcio e dell’allenatore. Manca l’uno e manca l’altro.
Tabellino
Benfica (4-2-3-1): Vlachodimos; Bah (36' st Gilberto), Antonio Silva, Otamendi, Grimaldo; Fernandez, Florentino; Rafa Silva (42' st Musa), Joao Mario (90'+4 Chiquinho), Aursnes; Gonçalo Ramos (42' st Neres). Allenatore: Schmidt
Juventus (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bonucci (15' st Alex Sandro), Danilo ; Cuadrado (15' st Miretti), McKennie, Locatelli, Rabiot, Kostic (25' st Iling-Junior); Vlahovic (25' st Soulé), Kean (1' st Milik). Allenatore: Allegri
Arbitro: Jovanovic
Marcatori: 17' Antonio Silva (B), 22' Kean (J), 28' rig. Joao Mario (B), 35', 6' st Rafa Silva (B), 32' st Milik (J), 34' st McKennie (J)
Ammoniti: Danilo (J), Fernandez (B)