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    Marchisio, no alla Bundesliga per amore

    Marchisio, no alla Bundesliga per amore

    "Claudio nasce a Torino, il 19 gennaio 1986. Primi vagiti già bianconeri: papà Stefano è un tifoso DOCG e la Juve ha appena conquistato, poche settimane prima, la Coppa Intercontinentale a Tokyo, in una delle più belle finali calcistiche di sempre".  Basta leggere le prime righe della biografia sul sito ufficiale per conoscere, con anticipo, il finale di una storia che ha ancora tanti capitoli da scrivere. I titoli di coda della carriera di Marchisio sono lontani, ma c'è la forte sensazione che è stata, è e sarà sempre Juve per il ragazzo di Torino.  Un amore in bianconero, come quelli di una volta, quando si stava insieme nonostante tutto e tutti, nonostante le incomprensioni, le liti e gli ostacoli. Mano nella mano, fin dal 1993,  dai Pulcini alla Prima Squadra, passando per la Primavera, della quale è stato simbolo e capitano.

    200, E' SOLO L'INIZIO - Questa sera contro il Cesena Marchisio festeggerà le 200 partite in Serie A con la Juventus, un traguardo che raggiungerà da protagonista assoluto. Merito di Allegri, che da quando è arrivato ha costruito la Juve (anche) intorno a lui. In questa stagione il Principino ha saltato solo due partite, per un attacco influenzale e per squalifica, da mezzala o da regista è sempre stato un'arma in più. Se durante l'era Conte gli è passata per la testa la voglia di partite, di provare un'esperienza all'estero ("Mi piace la Bundesliga" disse un paio di anni fa), ora le cose sono cambiate. Nonostante l'interesse di Arsenal, Schalke, Bayern Monaco e Wolfsburg,  Marchisio resterà bianconero. E presto rinnoverà fino al 2019 il contratto in scadenza nel 2016, diventando una bandiera. Come quelle di una volta.
     

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