Juve nel caos, la Lazio vola e Sarri si toglie sassolini: fa anche meno possesso di Allegri...
SASSOLINO DIFESA - Sappiamo che il comportamento ‘di reparto’ della linea difensiva è il pallino del Comandante. A zona, alti e stretti. Con lui si difende così, e se sei abituato diversamente questo può essere un problema. All’inizio. Dopodiché persino un quinto dichiarato come Lazzari col tempo si può ambientare e trasformare in un terzino destro quasi impeccabile. Basta avere pazienza, lavorare e comprendere.
Il risultato è una linea che si alza, fa il fuorigioco o scappa a cavallo di un righello.
SASSOLINO PRESSING - E poi c’è il pressing alto della Lazio, quell’andare in avanti che non entrava proprio in testa ai giocatori della Juventus. O meglio, lo facevano un po’ a singhiozzo, sembrava per gentile concessione, quasi dovessero far finta di assecondare una mania del loro nuovo allenatore ‘giochista’, che diceva tutto il contrario del predecessore. Senza parlare del pressing col buco causato dalla sola presenza di CR7, il fenomeno che gioca per sé e che all’epoca non accettava di spostarsi dalla fascia sinistra, malgrado fosse già evidente che il suo calcio era cambiato… Alla Lazio invece sta l’umile Zaccagni, che, capite bene, oltre a provenire dalla scuola Juric, è di per sé molto più ‘allenabile’. Avere a disposizione un po’ meno per avere in cambio un po’ di più, così da restituire al pubblico il sarrismo.
SASSOLINO COSTRUZIONE DAL BASSO - Infine la vexata quaestio della costruzione dal basso. Personalmente credo che Sarri, di cui si incensa o deplora la prima costruzione a seconda dei gusti, sia rimasto un gradino sotto agli altri amanti del palleggio, tipo Spalletti ad esempio (non a caso la sola sconfitta della Lazio è arrivata proprio contro il Napoli che ha un gioco più evoluto e flessibile). Ma a Formello nessuno rompe le palle con la storia del DNA, con la solfa del non rischiare. Guardate la costruzione che porta al corner del vantaggio Lazio contro la Fiorentina. Sapete, no, quanto pressi forte la squadra di Italiano… Ebbene, ecco la giocatona taglia-linee di Provedel, il portiere acquistato anche per il suo gioco di piede.
Che rischio far passare questa palla fra Amrabat e Kouame! Ma osservate la catena delle conseguenze: Milinkovic pressato da Igor serve con un tocchetto d’esterno Felipe Anderson.
L’esterno brasiliano allora cerca l’uno-due con la punta Immobile, migliorato molto nel legare coi compagni.
A questo punto si butta nello spazio Vecino, uomo chiave per Sarri. Fra parentesi, qui l’uruguagio ha ritrovato una dimensione più sua, dopo gli anni in catina all’Inter. In particolare sta consentendo a Sarri di effettuare la staffetta quantità-qualità, spesso decisiva, con Luis Alberto.
Notate come tutti questi scambi sarristi abbiamo assunto alla Lazio un sapore più verticale. È una caratteristica tramandata dai tempi di Inzaghi che il nuovo tecnico biancoceleste sta cavalcando a modo suo (o di cui non riesce a liberarsi). Vi stupirà forse sapere che la Lazio, oltre ad essere soltanto undicesima nella classifica possesso palla, cosa di per sé significativa, ha un altro dato ancora più particolare e scioccante: dopo Lecce (8’46) ed Empoli (8’52) è la squadra che tiene meno palla nella metà campo avversaria (solo 9’30 di media).
È così che il sarrismo esce dal frullatore del calcio contemporaneo. Riesce a fare 21 gol anche senza “palleggiare in faccia” agli avversari.