Rrahmani, Lobotka e Zielinski in campo nonostante la quarantena: i fatti e cosa può accadere
Una partita rimasta in bilico fino all'ultimo istante, a causa dell'alto numero di positivi al Covid-19 emerso nel gruppo squadra del Napoli, tra calciatori e componenti dello staf tecnico. Una partita, quella dello Stadium contro la Juventus, che alla fine sarà regolarmente disputata ma che verrà vissuta ugualmente all'insegna del "giallo". Per effetto della presenza nell'undici iniziale della formazione ospite di Rrahmani, Lobotka e Zielinski, la cui disponibilità sarebbe teoricamente legata alle nuove indicazioni disposte dal Governo in meriti ai periodi di quarantena da osservare in caso di contatti stretti con un positivo.
COSA DICONO LE NORME - Se si ha avuto un contatto stretto con un positivo: a) per i vaccinati con terza dose, o 2 dosi da meno di 4 mesi o guariti da meno di 4 mesi non si applica la quarantena ma solo l’autosorveglianza, che consiste nell’obbligo di indossare mascherine respiratorie di tipo FFP2 per almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al contatto con il positivo. Il periodo di autosorveglianza termina al giorno 5. E’ prevista l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare nel caso della comparsa di sintomi e, se ancora sintomatici, al 5° giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi; b) per i vaccinati con 2 dosi da più di 4 mesi e che abbiano tuttora in corso di validità il green pass (è il caso dei tre calciatori napoletani), se asintomatici: la quarantena ha durata di 5 giorni, purché al termine di tale periodo risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo; c) non vaccinati o che non abbiano completato il ciclo vaccinale primario (es. che abbiano ricevuto una sola dose di vaccino delle due previste) o che abbiano completato il ciclo vaccinale primario da meno di 14 giorni: 10 giorni di quarantena dall’ultimo contatto con la persone positiva, con tampone finale negativo. Nel caso in cui invece i contatti non siano stati ritenuti stretti, qualora abbiano indossato sempre le mascherine chirurgiche o FFP2 non è necessaria quarantena ma dovranno essere mantenute le comuni precauzioni igienico-sanitarie. Se non è stato possibile garantire l’uso della mascherina, anche queste persone devono sottostare all’autosorveglianza.
RISCHIO MULTA? - Nel caso specifico del Napoli, emersi le prime situazioni di contagio, il club dovrebbe aver provveduto a costituire una bolla e quindi ad isolare preventivamente i soggetti potenzialmente a contatto coi calciatori o i componenti dello staff tecnico risultati positivi. Su indicazioni dell'ASL Napoli 1, Rrahmani, Lobotka e Zielinski hanno potuto salire a bordo dell'aereo che ieri sera ha portato la squadra a Torino proprio in virtù di un tampone dall'esito negativo; eppure nella mattinata di oggi l'ASL di Napoli 2 ha deciso di porre in quarantena i tre atleti avendoli segnalati come contatti stretti di positivi con sole due dosi vaccino e da più di 120 giorni. Il Napoli ritiene evidentemente di aver agito nel giusto decidendo di far scendere ugualmente in campo i suoi tre tesserati, ma il rischio che possano incorrere nelle sanzioni previste dalla legge esiste. In base a quanto emerge, per Rrahmani, Lobotka e Zielinski, qualora fosse riconosciuta la violazione delle indicazioni della ASL competente la conseguenza più probabile è quella di una multa, che può andare dai 400 ai 1600 euro.
COSA DICONO LE NORME - Se si ha avuto un contatto stretto con un positivo: a) per i vaccinati con terza dose, o 2 dosi da meno di 4 mesi o guariti da meno di 4 mesi non si applica la quarantena ma solo l’autosorveglianza, che consiste nell’obbligo di indossare mascherine respiratorie di tipo FFP2 per almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al contatto con il positivo. Il periodo di autosorveglianza termina al giorno 5. E’ prevista l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare nel caso della comparsa di sintomi e, se ancora sintomatici, al 5° giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi; b) per i vaccinati con 2 dosi da più di 4 mesi e che abbiano tuttora in corso di validità il green pass (è il caso dei tre calciatori napoletani), se asintomatici: la quarantena ha durata di 5 giorni, purché al termine di tale periodo risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo; c) non vaccinati o che non abbiano completato il ciclo vaccinale primario (es. che abbiano ricevuto una sola dose di vaccino delle due previste) o che abbiano completato il ciclo vaccinale primario da meno di 14 giorni: 10 giorni di quarantena dall’ultimo contatto con la persone positiva, con tampone finale negativo. Nel caso in cui invece i contatti non siano stati ritenuti stretti, qualora abbiano indossato sempre le mascherine chirurgiche o FFP2 non è necessaria quarantena ma dovranno essere mantenute le comuni precauzioni igienico-sanitarie. Se non è stato possibile garantire l’uso della mascherina, anche queste persone devono sottostare all’autosorveglianza.
RISCHIO MULTA? - Nel caso specifico del Napoli, emersi le prime situazioni di contagio, il club dovrebbe aver provveduto a costituire una bolla e quindi ad isolare preventivamente i soggetti potenzialmente a contatto coi calciatori o i componenti dello staff tecnico risultati positivi. Su indicazioni dell'ASL Napoli 1, Rrahmani, Lobotka e Zielinski hanno potuto salire a bordo dell'aereo che ieri sera ha portato la squadra a Torino proprio in virtù di un tampone dall'esito negativo; eppure nella mattinata di oggi l'ASL di Napoli 2 ha deciso di porre in quarantena i tre atleti avendoli segnalati come contatti stretti di positivi con sole due dosi vaccino e da più di 120 giorni. Il Napoli ritiene evidentemente di aver agito nel giusto decidendo di far scendere ugualmente in campo i suoi tre tesserati, ma il rischio che possano incorrere nelle sanzioni previste dalla legge esiste. In base a quanto emerge, per Rrahmani, Lobotka e Zielinski, qualora fosse riconosciuta la violazione delle indicazioni della ASL competente la conseguenza più probabile è quella di una multa, che può andare dai 400 ai 1600 euro.