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    Juve-Napoli, è spareggio Champions: sul piatto ci sono 80 milioni, restare fuori sarebbe un disastro economico

    Juve-Napoli, è spareggio Champions: sul piatto ci sono 80 milioni, restare fuori sarebbe un disastro economico

    Una sfida da 80 milioni. E' più o meno quanto vale lo spareggio tra Juventus e Napoli, in programma domani allo Stadium. Una partita che, se fallita, potrebbe costare l'accesso alla prossima Champions League, con conseguenze pesanti per i conti. Tra le due è sicuramente la Juve quella che uscirebbe più malconcia. Come scrive il Corriere dello Sport nel modello di business bianconero i ricavi dell'Europa che conta hanno sempre avuto un peso fondamentale: tra il 2012 e la stagione in corso, quasi 650 milioni, in media 80 all'anno. Ricavi certi, incassati subito, ossigeno pe le casse che nel 2017, l'anno del ko di Cardiff in finale contro il Real Madrid, furono sostenute da 110 milioni di premio, più dei blancos campioni. Nelle ultime due partecipazioni, chiuse agli ottavi, il premio è stato ancora tra i 75 e gli 80, una cifra monstre rispetto a quanto incassato dai club in Europa League (la vittoria porta circa 25 milioni di euro). 

    EUROPA LEAGUE - Fare l'Europa League, partendo dai giorni di Champions, sarebbe molto meglio, mentre finire nella coppa minore porterebbe alla Juve, nel 2021-22, un danno da almeno 50 milioni di euro, con la semestrale 2020-21 già chiusa a 113 milioni di perdita, il player trading crollato e la proiezione annuale che rischia di chiudersi vicino al -200. In questo scenario cedere uno o più big sarebbe indispensabile.

    EFFETTO DE LAURENTIIS - Il Napoli soffrirebbe molto, ma il suo modello di business è più equilibrato. Ha una struttura di costi fissa più leggera, anche se l'incidenza sul fatturato resta alta. A cominciare dal costo della rosa, 140 milioni di stipendi, 85 di ammortamenti, anche se è giusto sottolineare come il club di De Laurentiis adotti un meccanismo di ammortamento decrescente molto prudenziale, che ha consentito in passato di recuperare rapidamente gli investimenti grazie a plusvalenze importanti. Soprattutto il Napoli ha molta cassa (123 milioni al 30 giugno scorso) e zero debiti finanziari. Patirebbe l'esclusione, ma assorbirebbe meglio l'impatto. Cedere un big sarebbe comunque necessario.

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