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    Juve-Napoli: Allegri ha provato a perderla, Allegri è riuscito a vincerla

    Juve-Napoli: Allegri ha provato a perderla, Allegri è riuscito a vincerla

    • Giancarlo Padovan
    Allegri ha provato a perderla, Allegri è riuscito a vincerla. Sarà anche vero che il sistema di gioco non è il calcio, ma a seconda del sistema, e dei calciatori che ne vengono esaltati o depressi, si gioca meglio, si gioca peggio.

    La Juve non ha ancora conquistato la finale di Coppa Italia, ma il 3-1 inflitto al Napoli è un buon modo per prendersi qualche vantaggio in vista del ritorno che si annuncia caldo in tutti i sensi. 

    Detto che Allegri ha cambiato il modulo (3-4-3) dopo il primo tempo (vantaggio del Napoli con Callejon), tornando al vincente 4-2-3-1 (fuori Lichtsteiner), la partita e le polemiche ruotano anche intorno ai rigori dati alla Juve (pestone di Koulibaly a Dybala e uscita di Reina sulle gambe di Cuadrado) e a quello non dato ad Albiol (contatto con Bonucci). A essere proprio pedanti, ci sarebbe un altro episodio da analizzare, ovvero la spinta di Strinic a Dybala. 

    Procedo in ordine.
    Primo tempo. Strinic su Dybala non è rigore perché l’argentino riesce comunque a calciare senza perdere la disponibilità della palla. Secondo tempo. Rigore netto sia l’intervento di Koulibaly su Dybala, sia quello di Reina ai danni di Cuadrado. Il fatto che il portiere tocchi prima la palla non significa nulla, visto che falcia con le braccia la corsa del colombiano. Si tratta di danno procurato. Piuttosto i calciatori del Napoli hanno protestato perché, nell’azione immediatamente precedente a quella che ha determinato il secondo penalty bianconero, Bonucci e Pjanic sarebbero intervenuti scorrettamente su Albiol. Le immagini non chiariscono se ci sia o meno il tocco e, laddove ci fosse, quanto sia rilevante.

    L’avrebbe vinta il Napoli se Allegri non si fosse corretto, ma limitarsi a conservare il vantaggio probabilmente non sarebbe bastato comunque. Se la squadra di Sarri è stata superiore alla Juve nel primo tempo, sia per proprietà di palleggio, sia per protezione difensiva, cogliendo il meritato vantaggio con Callejon (splendido triangolo Insigne-Milik-Insigne e assist ad un passo su pessima diagonale di Asamoah), nella ripresa non ha mai tirato in porta e ha quasi sempre subito.

    La Juve è più forte del Napoli, ma non sempre vincono i più forti, altrimenti non si giocherebbe. Così, quanto costruito dal Napoli nel primo tempo, avrebbe dovuto fare da premessa ad una ripresa altrettanto coraggiosa. Invece, forse a causa del rigore concesso dopo nemmeno due minuti, forse per merito dei bianconeri ritrovatisi nel loro nuovo ed efficace sistema di gioco (nove vittorie, senza contare quella con l’Empoli ottenuta con qualche variazione), il Napoli si è fatto travolgere, commettendo una serie di errori individuali davvero gravi. 

    Il rigore su Dybala nasce da una rimessa in gioco di Mandzukic che sorprende Albiol (inaccettabile), quello su Cuadrado è il frutto di un contropiede Dybala-Cuadrado, contro due napoletani soli a presidiare la propria metacampo (inconcepibile). Prima, dunque, di accusare l’arbitro, il Napoli deve ripristinare una fase difensiva che adesso sembra perduta. Prendiamo il gol di Higuain, quello del sorpasso, e l’unico che non sembra dare adito a dubbi di sorta. C’è un calcio d’angolo battuto per Cuadrado che si posiziona al limite dell’area, sul suo cross Reina sbaglia netto l’uscita, la palla va verso Higuain che, quasi dalla linea di fondo, la mette dentro (e Bonucci evita di toccarla). 

    La Juve avrebbe potuto fare anche il quarto. Ancora un’azione di Cuadrado a destra ha creato la linea di passaggio per Khedira che, da dentro l’area, ha tirato a colpo sicuro trovando una deviazione fortuita. La partita di ritorno resta aperta. Curiosamente il Napoli, battuto con lo stesso punteggio di Madrid, dovrà fare un’impresa.

    @gia_pad

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