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    Juve, Moro: 'Ho lanciato Pirlo e Baronio, ecco il loro calcio'

    Juve, Moro: 'Ho lanciato Pirlo e Baronio, ecco il loro calcio'

    Adelio Moro, ex calciatore e allenatore, ha raccontato a Tuttosport Pirlo e Baronio, che ha fatto esordire in Serie A: "Alla Juventus potevo andarci anche io, nel 1980. Boniperti e Trapattoni mi chiesero di convincere il presidente dell’Ascoli Costantino Rozzi a lasciarmi partire, ma lui chiedeva una cifra enorme, un miliardo, e a quei tempi la Fiat era alle prese con vertenze sindacali importanti e non poteva permettere alla Juventus di spendere così tanto. Così il trasferimento sfumò. Però sono contento che ci sia andato Pirlo e, soprattutto, che adesso abbia la grande occasione di allenarla. Farà benissimo, io non ho nessun dubbio su di lui, come non ne avevo quando il 21 maggio del 1995 l’ho fatto esordire in Serie A". 

    LA SCELTA - "Allenavo il Brescia con Lucescu, che non aveva il patentino e quindi era affiancato da me. Un maestro di calcio di incredibile spessore. Quell’anno avevamo notato alcuni giovani molto interessanti nelle giovanili, una nidiata di grande talento che conteneva: Andrea Pirlo, Roberto Baronio, i gemelli Filippini, Bonazzoli. Gente che l’anno dopo vinse il Viareggio battendo in finale il Parma, che in porta aveva un certo Gigi Buffon, ma questa è un’altra storia. Beh, io e Lucescu spesso facevano allenare questi ragazzi con noi e ci eravamo resi conto della loro consistenza tecnica. Poi molto fecero le amichevolli che organizzava proprio Lucescu con le squadre dell’Est che venivano a svernare sul Garda quando i loro campionati erano fermi per l’inverno: club russi, rumeni, serbi... Erano partite vere e noi schieravamo molti giovani che avevano l’opportunità di misurarsi con giocatori esperti e lo facevano alla pari. Pirlo e Baronio hanno iniziato a farsi le ossa in quelle situazioni. Quell’anno fummo esonerati, poi richiamati e Lucescu disse al presidente Corioni: “io torno l’anno prossimo, queste ultime sette partite viene solo Adelio e lancia i giovani che proporremo in prima squadra”. Capito Lucescu?". 

    L'ESORDIO - "Reggiana-Brescia, verso la fine tolgo Schenardi e metto dentro Pirlo che aveva diciassette anni, ma giocava da sempre con gente più grande di lui. Era già il maestro che è stato negli anni a venire. In ogni zona del campo illuminava, quando ha iniziato a fare il regista, si è realizzato completamente, ma da ragazzo aveva già tutto: il calcio lungo, il dribbling, il tiro, giocate straordinarie con estrema semplicità. Un mese prima avevo lanciato Baronio, che era più grande di due anni e stava facendo benissimo. La cosa che li accumunava era la strepitosa personalità, quella che ha sempre caratterizzato la loro carriera e che consentirà loro di fare benissimo adesso che allenano. Sì, perché ve lo dico: Pirlo non è una scommessa, ma una sicurezza. Perché lui può fare quello che vuole nel calcio: vuole allenare? Può allenare. Perché sa di calcio, ha capacità di comandare e con uno sguardo ti fa capire cosa va e cosa non va. Baronio può contribuire con l’esperienza importante accumulata allenando le nazionali giovanili. Sono una coppia affiatata, sono due che si completano anche caretterialmente con Baronio che forse è più comunicativo". 

    PIRLO - "Su Pirlo mai avuti. Mai. D’altra parte, oltre che un talento incredibile ha avuto anche la fortuna di avere grandi allenatori: Lucescu, Mazzone, Ancelotti, Conte, Lippi in Nazionale. Non è certo impreparato. E secondo me esprimerà un bel calcio: mi aspetto un gioco molto offensivo e soprattutto verticale. Lui e Baronio hanno sempre avuto questa visione, questo modo di vedere lo sviluppo dell’azione in verticale. Ci divertiremo e farò il tifo per loro, che ogni tanto continuo a sentire con qualche messaggio. Da quando Andrea allena la Juventus, però, non l’ho disturbato, avrà tanti pensieri, ma se la caverà benissimo". 

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