Juve, le due facce di Morata: tocca ad Allegri avere il suo 'attaccante micidiale da gara secca'
DUE FACCE - Dopo il gol ha creato ancora scompiglio, qualche volta creando per i compagni, altre volte intestardendosi e forzando la giocata, concluse con un nulla di fatto. Ma l'impatto sicuramente c'è stato. Poi c'è un rigore da calciare e lì, dagli 11 metri, come già successo nel recente passato, trema, mostrando la fragilità. Francesco De Gregori diceva che "non è da questi particolari che si giudica un giocatore"; Sandro Ciotti, invece, che "il calcio di rigore non è una lotteria, ma un fondamentale". Fondamentale in cui contano piedi, cuore, testa e carattere, quest'ultimo un punto debole di Morata, che a livello mentale, nella sua carriera, non si è mai riuscito a imporre con forza.
TOCCA AD ALLEGRI - Ora tocca a Massimiliano Allegri far propendere la prima faccia di Morata, quella da classica, da sfida dentro-fuori, facendolo crescere anche da un punto di vista caratteriale, per avere quel Morata che nel 2014/15 realizzò 5 gol in Champions League, trascinando fino alla finale la prima Juventus del Conte Max. "Lui è un giocatore da partita secca, è micidiale. Piaccia o non piaccia nella vita ci sono le categorie" diceva Allegri qualche giorno fa. E ora, dopo le vacanze di Alvaro, starà all'allenatore bianconero avere il suo "giocatore da partita secca, micidiale". Per il bene dello stesso Morata. E della Juve.