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    Juve, la verità su Allegri: tra passato, presente e futuro

    Juve, la verità su Allegri: tra passato, presente e futuro

    • Nicola Balice
    Solo contro tutti, a volte Max Allegri può davvero sembrarlo. Anche se non è così, resta una sensazione che è figlia delle circostanze: nel momento di massima difficoltà della Juve è rimasto al suo posto, ci ha messo sempre la faccia, è diventato scudo dello spogliatoio e motivatore ad alta tensione in una fase che avrebbe visto parecchie squadre tirare i remi barca. Solo contro tutti può sembrarlo a volte ma non lo è, Allegri. Che piuttosto è da tempo diventato un uomo solo al comando dell'area sportiva, il giorno dopo la rivoluzione del 28 novembre era stato John Elkann in persona a incoronarlo come punto di riferimento principale di quel progetto tecnico costretto ad andare avanti nonostante fuori dalla Continassa stesse impazzando ormai la bufera: nel frattempo un pezzetto alla volta si è ricomposta anche l'area sportiva, ora al fianco di Maurizio Scanavino c'è Francesco Calvo, al fianco di Federico Cherubini c'è Giovanni Manna, tutto ruota ovviamente attorno ad Allegri. Per ora è così, aspettando che tutte le partite che vedono la Juve coinvolta lontano dal campo (il primo processo sportivo e il secondo in arrivo con la Uefa in attesa, senza dimenticare l'inchiesta della Procura di Torino che attende di vivere il 27 marzo l'udienza preliminare) possano portare ad una fase con qualche certezza in più e qualche punto interrogativo in meno, così da poter completare un riassestamento societario in via definitiva per quanto quello attuale è ritenuto adeguato già per andare avanti anche fino a fine mandato.

    DECIDE LUI – In tutto questo, le voci sul futuro di Allegri continuano a inseguirsi. Le critiche poi, tra tifosi e addetti ai lavori, non mancano mai: senza il -15 la Juve sarebbe comunque tagliata fuori dalla lotta scudetto per quanto comunque “prima delle altre”, il cammino in Champions è stato fallimentare e quello in Europa League è già in bilico, le polemiche sul gioco sono ormai un'abitudine, il tema degli infortuni più che un alibi sembra una colpa. Eppure in tutto questo, la posizione di Allegri almeno allo stato attuale si è addirittura rafforzata. Prima della rivoluzione era stato confermato fino al termine della stagione, rimandando ogni discorso che pure avrebbe dovuto tenere conto di un avvio terribile soprattutto in Champions. Dopo la rivoluzione era stato dato un solo obiettivo dalla proprietà ad Allegri: in caso di qualificazione in Champions, la Juve non lo avrebbe mandato via, lasciando quindi eventuali pensieri di separazione alla volontà del tecnico. Poi è cambiato ancora tutto, per ora pesa il -15, se dovesse essere cancellato si dovrebbe comunque aspettare il secondo filone sotto la lente della Procura Federale, nel frattempo Allegri ha continuato a rivestire il proprio ruolo di ministro unico dello sport all'interno della Juve, un cambio di guida tecnica oggi non è in programma: anche perché il contratto (pesante, pesantissimo) ha come data di scadenza il 30 giugno 2025, solo un passo indietro del tecnico bianconero convincerebbe la Juve a un'ulteriore rivoluzione, le suggestioni sono quelle di sempre da Antonio Conte a Zinedine Zidane ma immaginare una Juve che paghi contemporaneamente uno di loro oltre ad Allegri sembra un'utopia. Oggi quindi l'allenatore della Juve è Allegri, oggi lo è anche per la prossima stagione. Poi può sempre succedere di tutto, dalle parti della Continassa a maggior ragione non si può prevedere nulla né programmare troppo, lo sanno bene (per esempio) anche tutti quei giocatori in scadenza di contratto: troppe le incognite, basti pensare a quanto sposta una stagione con o senza Champions. E tra tutte queste incognite, Allegri rappresenta all'interno del mondo Juve una certezza. Oggi. Domani chissà.

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