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    Allegri: 'Ho il premio Champions, l'ambizione di vincere non deve mai mancare. Su Chiesa e Kean...' VIDEO

    Allegri: 'Ho il premio Champions, l'ambizione di vincere non deve mai mancare. Su Chiesa e Kean...' VIDEO

    • Nicola Balice, inviato a Torino
      Nicola Balice, inviato a Torino
    In campionato le due vittorie di misura su Spezia e Sampdoria hanno allenato la morsa della crisi in classifica per la Juve, in Champions domani sarà un'altra storia. Arriva il Chelsea, alla Juve mancheranno Morata e Dybala, così Massimiliano Allegri fa il punto in conferenza stampa. 

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    FORMAZIONE - "Abbiamo fatto un buon allenamento, ho un po' di idee in testa. A parte Ramsey siamo tutti a disposizione, c'è anche Rabiot. Unica punta vera è Kean, cercherò di mettere i due o i tre davanti in condizione".

    DIFESA A TRE - "Primo dubbio che ho, di sicuro. Non è questione di difesa a tre, è di quando hai la palla".

    BERNARDESCHI - "Grandi potenzialità, ogni tanto vuole fare il fantasista ma non è il suo ruolo. Con la Samp ha fatto una buona partita così come in precedenza, tutto parte dalla cattiveria con la palla".

    TITOLARI CERTI - "Szczesny, Locatelli, Alex Sandro. E Danilo".

    GIOVANI - "Giovani non sono, diciamo quelli con un pochino di esperienza in meno a livello internazionale. Voglio squadra che giochi bene tecnicamente, che faccia una partita di livello internazionale. Di fronte abbiamo squadra che ci punisce se si sbaglia. Serve partita pulita tecnicamente".

    RABIOT - "Come Bernardeschi. La differenza tra i giocatori passa da quello che hanno nella testa, dalla voglia che hanno ogni giorni di migliorarsi, dalla cattiveria con cui si allenano, tirano, passano, difendono. Se arrivano alla Juve il valore non è in discussione, ma quanti giocatori bravi si sono persi perché gli mancava un pezzetto. Io fossi in Rabiot sarei arrabbiato con me stesso, non esiste che uno come lui abbia segnato così poco. Deve migliorare, credo che quest'anno lo farà".

    DANILO - "Domani gioca, vedremo dove. Questo non lo so".

    ARTHUR - "Molto indietro, fatti test fisici. Nella sosta giocheremo due partite amichevoli per farlo giocare insieme a chi ha giocato un po' meno".

    BENTANCUR - "Una mia convinzione è sempre stata quella che sia cresciuto molto, con la Samp ha avuto occasione per fare gol. Secondo me da solo non può fare la regia, Locatelli gli sta dando una mano. Rodrigo non può farla da solo, Locatelli non ancora. Insieme si aiutano".

    KEAN - "Responsabilità non ne deve avere. Sa fare gol, quello deve fare. Deve migliorare quando deve giocare con la squadra, sui controlli e la tecnica individuale. Però è un giocatore che per l'età che ha con un po' di esperienza".

    CHIESA - "Da lui mi aspetto quello che sta facendo ora e ancora meglio. Per lui aver fatto un Europeo segnando gol decisivi lo ha messo in una posizione con margine d'errore assottigliato, tutti si aspettano di più e per lui quest'anno è molto più importante e difficile rispetto agli anni precedenti".

    PREMIO CHAMPIONS - "Ce l'ho, l'ho chiesto. E' un'ambizione. Quando uno gioca una competizione deve avere motivazioni di fare cose straordinarie, anche l'emozione. Tutti devono lavorare per cercare di vincere. Solo così si può arrivare in cima. Porsi l'obiettivo di passare il girone non basta, il desiderio è di arrivare in finale. Dobbiamo andarla a prendere. Uguale lo scudetto. Questo fa la differenza, per stare in una grande squadra. Poi non si può vincere sempre, ma l'ambizione deve esserci, il desiderio dobbiamo avere".

    PREMIER - "Differenza culturale, già dai tifosi che vanno allo stadio per sostenere la propria squadra e non per insultare gli avversari come in Italia. Il dato di fatto delle risorse economiche maggiori c'è. Però in Italia abbiamo altri vantaggi, tatticamente, ci sappiamo arrangiare perché è nel DNA. Siamo l'ITalia, non siamo né saremo mai come la Spagna, l'Inghilterra o la Germania, a cui forse ci avviciniamo. Le partite in Premier belle? Ma magari può piacere anche uno 0-0, anche se ora si segna di più post-Covid, sento parlare di un calcio cambiato, può essere ma lo valuteremo tra un anno, giocare senza tifosi toglie pressioni e ora bisogna di nuovo abituarcisi. Ma non si può dire già che è cambiato il calcio, serve calma, non ci sono ancora dati".

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