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Sarri, la Juve ha il miglior organico della Serie A: ad Allegri con la squadra più debole si chiedeva la Champions...
A Sarri è stato consegnato l’organico più forte, più ricco e più completo della Serie A. Il giocatore che ha vinto meno è Ramsey che a Torino ha portato in dote appena 3 coppe e 3 Supercoppe d’Inghilterra vinte con l’Arsenal. Nella Juventus gioca uno dei due più grandi campioni del mondo. Gioca chi ha vinto scudetti a raffica, giocano titolari delle migliori nazionali d’Europa e del Sudamerica. Quelli dell’Inter, che come ampiezza e qualità d’organico è l’unica squadra italiana che vi si può avvicinare, non hanno vinto nemmeno la metà. Lautaro Martinez, obiettivo del Barcellona, centravanti titolare dei nerazzurri, ha ancora la bacheca vuota; Bernardeschi, comprimario nella squadra di Allegri e ora di Sarri, ha partecipato alla conquista di due scudetti, di una Coppa e di una Supercoppa d’Italia.
Altra considerazione sul livello della rosa juventina: quando l’estate scorsa è arrivato Ronaldo, tutti, o quasi tutti, hanno detto che Allegri avrebbe dovuto vincere la Champions o, quanto meno, tornare per la terza volta in finale. Non essendoci riuscito, è stato sostituito. A quell’organico sono stati aggiunti: Buffon (il migliore della Juve nelle due gare di Coppa Italia), De Ligt (pagato 75 milioni), Demiral, Rabiot, Ramsey e Higuain. Sono stati ceduti due elementi fondamentali della Juve di Allegri, Mandzukic ed Emre Can, ma solo perché non rientravano nelle idee di Sarri (ed Emre Can avrebbe portato anche un po’ di milioni in cassa). Le altre cessioni sono quelle di Spinazzola e Kean. L’unica operazione che ha abbassato il livello tecnico (ma è un’opinione personale) è la partenza di Cancelo e l’arrivo di Danilo. La realtà è che questo organico ora è sgonfio, giocatori come Pjanic, Douglas Costa, Matuidi, Ronaldo sono lontanissimi da loro stessi. Il problema non è nel livello assoluto, ma nella condizione.
Con la rosa più forte d’Italia, la Juve ha perso le prime due coppe, ma attenzione: è prima in campionato e in corsa in Champions League. In questo momento più dei due traguardi sfumati (peraltro non erano i più importanti) deve preoccupare l’inconsistenza della squadra e qui entra in gioco anche la società. Il Napoli, così come la Roma e come la Lazio, durante la sosta ha tenuto tutti i suoi giocatori sott’occhio, nessuno ha lasciato la città del Vesuvio, stranieri compresi. Quelli della Juve se ne sono andati, tutti o quasi. La fuga di Higuain è diventata un caso. In assoluto non è una gestione da Juventus.
Dalla pandemia è tornata una squadra confusa, incapace di fare un solo gol in 180 minuti, messa male in campo (il tridente, quel tridente, è improponibile), con la mente offuscata, con Ronaldo distante dal resto della squadra. E’ questo che risalta: in momenti del genere, toccherebbe a Cristiano trascinare la squadra, dovrebbe farlo con la sua cattiveria e invece la Juve è diventata perfino molliccia, in piena contraddizione con la sua storia.
Anche negli anni scorsi aveva giocato partite involute come quelle con Milan e Napoli, ma quasi sempre le aveva vinte con la cattiveria della sua natura, impersonificata da Barzagli, Bonucci, Chiellini e Buffon. Ricorderanno i lettori le dure parole di Gigi a Reggio Emilia dopo la sconfitta col Sassuolo e ricorderanno pure la reazione della Juve. Da allora sono passati cinque anni, Barzagli ha smesso, Chiellini fatica a rientrare, Buffon è andato al Psg, è tornato ed ora è dietro a Szczesny (pur essendo ancora oggi più forte: altro parere personale), resta solo Bonucci che in questo quinquennio ha smarrito la leadership all’interno della Juve dopo aver scelto il Milan per poi tornare. Oggi a chi si aggrappa la Juve?