Juve, l'inchiesta continua. E la Procura di Torino va oltre la 'carta di Ronaldo'
Nicola Balice
Ora si provano a spegnere i riflettori. Almeno per qualche giorno, salvo cambi di programma o sorprese, l'indagine condotta nella Procura di Torino dai sostituti procuratori Ciro Santoriello, Mario Bendoni e dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio dovrebbe vivere una nuova fase di studio. Ci sono da rimettere insieme tutti i nuovi pezzi raccolti e da rivalutare quelli già esaminati, dopo mesi di indagini sono stati effettuati due giri di perquisizioni negli uffici della Juve (e non solo) e sono andate in scena delle audizioni di persone informate sui fatti (Cherubini, Arrivabene, Manna, Morganti) e di due indagati (gli ex dirigenti Bertola e Re, entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere). Per una decina di giorni non si è quasi parlato che di questa inchiesta che vede la Juve e sette suoi esponenti tra dirigenti attuali (Agnelli, Nedved, Gabasio, Cerrato) ed ex (Paratici, Bertola e Re) indagati per falso in bilancio e false fatturazioni. Adesso i pm hanno bisogno di molto meno rumore, mentre continuano a cercare quella “carta famosa che non deve teoricamente esistere” di cui parlava Gabasio a Cherubini in una telefonata dello scorso 23 settembre a proposito di Cristiano Ronaldo: un elemento molto importante, quel documento esiste e va solo trovato secondo i pm nonostante fin qui non siano riusciti a individuarla né abbiano ottenuto alcuna conferma a riguardo da interrogati o indagati, si cercano nel frattempo ulteriori elementi che possano essere comunque riconducibili a quel documento avvolto ancora nel mistero. Ma che non rappresenta una condizione imprescindibile per gli inquirenti all'interno dell'inchiesta “Prisma”, che verte su tutto il volume di compravendita e plusvalenze della Juventus nei bilanci degli ultimi tre anni: insomma, la caccia continua ma non c'è solo la carta di Ronaldo. 5d4e6354-79f4-42a0-ad5e-b6c621e90255
PIANO SPORTIVO – Intanto negli scorsi giorni è stata inviata una prima parte di documentazione dalla Procura di Torino a quella della Figc, che ha ricevuto il materiale valutato come ostensibile dai pm. Il canale è aperto quindi, per quanto si tratti ovviamente di una piccola percentuale di tutto ciò che in questi mesi hanno raccolto dai pm e che resterà ancora solo nelle loro mani per tutto il tempo che lo riterranno opportuno. L'indagine sarà lunga, nelle prossime settimane riprenderanno anche le audizioni, la giustizia sportiva dovrà inevitabilmente attendere i tempi di cui la giustizia ordinaria necessita.