Getty Images
Juve, solo una big segna meno di te: tutti i dubbi sui singoli e su Allegri
I DATI - Passiamo quindi ai dati reati, quelli preoccupanti, che riguardano l'attacco della squadra di Massimiliano Allegri. Qualcosa non torna, perché la Juve in Serie A è solo sesta per numero di gol realizzati. I bianconeri, con 40 gol all'attivo in 25 partite, sono preceduti da Napoli (58), Inter (46), Milan e Atalanta (42), Lazio (41). Di fatto, a parte la Roma (che ha segnato solo 32 reti) tutte le squadre di alta classifica sono più prolifiche della Juventus. E stiamo parlando di una squadra che, al netto dei 15 punti di penalità, sarebbe seconda in classifica (50 punti come l'Inter, con lo scontro diretto a favore).
DUE ANNI COSI' - "Segnando poco non si vince lo scudetto": è un mantra che Allegri ha ripetuto spesso, fin dalla scorsa stagione, quando la Juve quarta in classifica concluse la Serie 2021-22 addirittura con l'undicesimo attacco del torneo, con 57 reti nel carniere, sopravanzata da Inter (84), Lazio (77), Napoli (74), Milan (69), Atalanta e Verona (65), Sassuolo (64), Udinese (61), Roma e Fiorentina (59). Un anno dopo, la situazione è migliorata, ma la capacità realizzativa dei bianconeri resta ancora abbondantemente al di sotto delle attese e delle potenzialità.
I SINGOLI - A parziale scusante, ci sono stati i numerosi infortuni che hanno, di volta in volta, tolto ad Allegri la disponibilità di Dusan Vlahovic (16 partite e 8 gol), Federico Chiesa (9 presenze e zero gol), Arkadiusz Milik (17 gare e 6 reti), Angel Di Maria (15 presenze e 4 gol) e Moise Kean (22 presenze e 5 reti). Qualche gol è arrivato dai centrocampisti, in particolare da Adrien Rabiot (5 gol in 20 partite), ma non basta. Al di là di sfortuna e infortuni, un dato così basso e allarmante per la seconda stagione consecutiva fa riflettere sia sul reale valore qualitativo della rosa, che sul tipo di gioco proposto dall'allenatore.