Juve, l'altra faccia del vivaio: nessun uomo per Sarri, ma le cessioni hanno 'pagato' De Ligt
Nicola Balice
Quando la Juve ritroverà un giocatore da Juve tra i frutti del proprio vivaio? È questa una delle domande che gli azionisti bianconeri hanno rivolto alla società. Una domanda quasi retorica, che si ricollega a tante altre risposte date da Fabio Paratici giovedì: il livello si è alzato talmente tanto che in assoluto diventa difficile trovare giocatori da Juve in ogni parte del mondo, di conseguenza in Italia e infine nel solo proprio vivaio. Ma il lavoro del club bianconero procede anche per quel che riguarda le squadre dall'Under 23 in giù. I risultati sul campo non stanno premiando la Primavera da tempo, diverso il discorso per le squadre di settore giovanile puro per quanto sia solo uno il tricolore conquistato in questi anni di era Agnelli. La parabola di Moise Kean sembrava quella giusta per ripartire dopo l'epopea della generazione Marchisio. Invece anche il millennial dei record è stato sacrificato sul mercato, ammesso che di sacrificio si possa parlare. Perché la strategia della Juve è ritenuta vincente alla Continassa anche o soprattutto per quest'altra faccia della medaglia: se diventare da Juve è troppo difficile, ecco che trasformarsi in un surplus sul mercato può fare la differenza. 85 MILIONI – Solo nel 2019, infatti, la Juve ha incassato ben 85 milioni da giocatori transitati dalla Primavera o cresciuti negli anni a Vinovo. Quasi 30 milioni per Leonardo Spinazzola, altri 30 per Moise Kean, poi ci sono i 20 incassati dalla cessione di Emil Audero e i 6 da Rogerio. In tutto sono 85 milioni, volendo forzare il ragionamento si può quindi dire che grazie al proprio vivaio la Juve sia riuscita ad acquistare un top come Matthijs de Ligt. Insomma, basta che i conti tornino, basta che funzioni. E in casa Juve a tal proposito regna sovrana la convinzione che stia funzionando.