Juve-Inter:| Prove di pace tra Agnelli e Moratti
Due telefonate: «Basta polemiche». Auguri del patron dell’Inter per i 115 anni del club, il n 1 della Juve l’ha invitato allo Stadium.
Agnelli-Moratti: disgelo.
Il disgelo corre via telefono. Il presidente dell’Inter, Massimo Moratti (67 anni) , e quello della Juventus, Andrea Agnelli, (36 anni) nei giorni scorsi si sono sentiti un paio di volte. Chiamate che non sono una novità assoluta, ma che assumono un significato particolare nella settimana che porta a uno scontro diretto che da un po’ di stagioni non vedeva entrambe le squadre ai vertici della classifica.
Compleanno e invito Chi ha preso per primo la cornetta è un fatto relativo, visto che il numero uno nerazzurro aveva anche la scusa del 115˚ compleanno dei rivali, celebrato ieri, mentre Agnelli ne ha approfittato per invitare il collega nella tribuna d’onore dello Juventus Stadium per assistere al match di domani sera. Un atto dovuto, anche se quasi certamente Moratti declinerà l’invito. Quasi mai infatti il numero uno nerazzurro segue la squadra in trasferta. E farlo proprio in questa occasione creerebbe paradossalmente qualche problema alla stessa Juventus, visto che i tifosi bianconeri potrebbero approfittarne per cori e striscioni offensivi.
Catania e calciopoli Resta il fatto che — senza dimenticare la storica rivalità diventata sempre più accesa dopo Calciopoli — il messaggio reciproco di distensione arriva a pochi giorni dalle polemiche seguite agli errori arbitrali di Catania. Lunedì Moratti aveva parlato di «doppio, anzi triplo errore talmente evidente che non serve sottolinearlo», ma allo stesso tempo aveva usato toni concilianti, senza cadere nella provocazione di chi rivedeva un’atmosfera da pre 2006. «Quella fu una macchia enorme, ma la nuova dirigenza si muove in un altro modo» il pensiero del presidente. Che sulla proposta di Agnelli di riformare il calcio aveva aggiunto: «Detta così sembra megalomane, madettagliata punto per punto come ha fatto lui mi trova d’accordo in diversi aspetti». Lo stesso Moratti che nel gennaio 2011 aveva risposto «mi spiace per il Giovin Signore» quando Agnelli aveva detto «sul tema Calciopoli lui mi annoia».
Parola al campo Ora i tempi sono un po’ cambiati, anche se l’odio sportivo tra le due tifoserie rimane e il gesto di disgelo dei due massimi dirigenti è un messaggio per tutti. Al di là della rivalità storica, le due squadre sono in grande forma e mai come questa volta è giusto che tutti i riflettori siano concentrati sul campo. Sperando che la scena non la rubi l’arbitro. Oggi le designazioni di Stefano Braschi.
(Luca Taidelli - Gazzetta dello Sport)
Due telefonate serene su politica e partita. Ma sui temi di Calciopoli nessun accordo.
Moratti-Agnelli, una quasi pace.Niente guerre, ma nessuna pace. Andrea Agnelli e Massimo Moratti si sono sentiti nella terra di nessuno dove stanno tentando di ristabilire un dialogo, senza abbandonare troppo le rispettive posizioni. E in quella zona grigia ci sono stati due squilli di cellulari nell'ultima settimana, che poi non è una casuale, ma quella che porta a Juventus-Inter. Due telefonate, due chiacchierate cordiali e, soprattutto, serene. Un modo per stemperare i toni, sempre altamente infiammabili quando si affrontano i due club, e resi ancora più esplosivi dalle ultime polemiche arbitrali. D'accordo i due presidenti a tenere basso il volume: lo stesso Moratti ha smorzato gli schiamazzi post-Catania, prendendo le difese della Juventus di fronte al polemizzare più accanito. E' d'accordo, soprattutto, sulle questioni politiche che hanno tenuto banco nel corso delle due conversazioni telefoniche.
CONSIGLIO Andrea Agnelli e Massimo Moratti si stanno ritrovando dalla stessa parte della barricata delle riforme, con il primo che sta cercando di allargare il fronte degli alleati e il secondo che condivide la necessità di rilanciare il calcio italiano oltre la crisi. Lunedì, in questo senso, sarà una tappa ben più cruciale per la sfida politica di quanto possa esserlo sabato sera per la sfida scudetto. In Lega c'è Consiglio e, a seguire, Assemblea. Sul piatto temi scottanti: la ripartizione dei diritti tv e la ridiscussione della governance della stessa Lega Calcio. Per altro, proprio nell'ottica di cambiare il calcio, Agnelli non esclude la possibilità di entrare nel nuovo consiglio federale, ripotenziato dalla riforma del commissario ad acta Giulio Napolitano , che lo ha messo nelle condizioni di prendere decisioni senza veti a intralciare la strada. In questo senso avere l'appoggio dei grandi club darebbe ulteriore forza alla sua politica. E chissà che non abbiano commentato una strana operazione di mercato con un dirigente e un impiegato della Juventus che sono passati all'Inter: Giorgio Ricci (del marketing) ed Edwin Lusink (della logistica), probabilmente chiamati da Marco Fassone , ex bianconero e ora dg nerazzurro.
L'ALTRA STORIA Insomma, Agnelli e Moratti hanno chiacchierato molto e si sono confrontati su un vasta gamma di temi. Tranne uno, ovviamente. Calciopoli. Quello, almeno per ora, resta tabù. Nel senso che le posizioni non cambiano, non esistono dialettica politica o convergenze parallele . Lo scudetto del 2006 che, sulla base di quanto emerso negli ultimi due anni, Agnelli vuole cancellare dal palmares dell'Inter, resta un punto sul quale non c'è accordo e, probabilmente, non ci sarà mai. La ferita di Calciopoli non sembra sul punto di cicatrizzarsi. Anche perché le scoperte continuano a gettarci sopra del sale: dal processo Telecom emergono dettagli sempre più circostanziati su come l'Inter avesse commissionato, dal 2003, un'opera di dossieraggio illegale su arbitri, designatori e dirigenti della Juventus, i cui tabulati telefonici sono stati scandagliati accuratamente da Emanuele Cipriani , l'investigatore privato ingaggiato da Giuliano Tavaroli , ex capo della security della Telecom di Tronchetti Provera . Materiale che va ad accumularsi nell'archivio dell altra verità di Calciopoli, quella sulla quale la Juventus continua a fondare le proprie battaglie legali, mentre l'Inter nega o ridimensiona. No, su questo argomento la pace fra Juventus e Inter non è in vista. E chissà se lo sarà mai. C'è chi afferma che solo il tempo smusserà gli spigoli della memoria, nel frattempo Agnelli e Moratti cercheranno di trovare la via per un dialogo, anche in virtù di una vecchia amicizia e di due storie parallele. Presidenti come i loro padri, tifosi prima ancora che presidenti: Andrea è cresciuto a Villar Perosa seguendo con gli occhi da bambino gli allenamenti della Juventus di Trapattoni e Platini , Moratti ha vissuto le stesse emozioni con l'Inter di Herrera e Suarez . E al campo di allenamento tornano ancora molto volentieri: ieri Andrea era a Vinovo, per esempio, mentre Moratti domani sera non sarà allo Stadium. Ma questa è un'altra storia. (Guido Vaciago - Tuttosport)
Dal grande freddo degli anni scorsi ad una stretta collaborazione per una riforma del calcio italiano. Nelle settimane scorse più di una telefonata tra i due presidenti. Feeling favorito dall'amicizia di Andrea con Moratti jr.
Agnelli-Moratti, segnali di pace.
Il grande freddo del passato e i botta e risposta a mezzo stampa degli scorsi anni non sono più d'attualità. Ricordate il «Moratti mi annoia» pronunciato da Andrea Agnelli quando il patron nerazzurro ripercorreva le sofferenze interiste precendenti a calciopoli? O il «Giovin signore» con cui Moratti etichettò il presidente bianconero nel gennaio 2010? Bene, quei tempi adesso sembrano lontani anni luce e il clima sull'asse Milano-Torino è tornato sereno. Almeno a livello societario. I massimi dirigenti dei due club stanno dando il buon esempio alle tifoserie e, mostrando intelligenza e stile, negli ultimi giorni hanno intensificato i loro contatti. Per parlare soprattutto del futuro del calcio italiano, un interesse comune che appassiona entrambi. Recentemente Moratti e Agnelli si sono scambiati diverse telefonate e si sono anche visti di persona. Si va verso un periodo di possibili riforme nel mondo del pallone e due dei proprietari delle squadre più importanti stanno mostrando di avere un grande feeling, forti anche di un legame che da tempo unisce le rispettive famiglie. D'accordo il gap generazionale tra Massimo Moratti e Andrea Agnelli è innegabile, ma quest'ultimo è molto legato con uno dei figli del patron nerazzurro, il vicepresidente Angelomario. Fin da quando erano bambini ci sono frequentazioni in Versilia a unirli. Possibile che la rivalità tra Juventus e l'Inter negli anni immediatamente successivi a calciopoli abbia raffreddato il rapporto tra le due Dinastie, ma con il passare del tempo le cose sono tornate alla normalità. Moratti senior si è complimentato con Agnelli per la vittoria dello scudetto a maggio, ma i due a giugno hanno parlato anche alla cena organizzata a Milano da Murdoch per discutere con i grandi club della Superlega europea. Adesso il confronto è costante anche perché tra poco ci sarà da decidere il futuro della Lega con l'elezione del nuovo presidente, la ripartizione dei soldi e le nuove regole.
CLIMA SERENO - Con queste premesse non alzare i toni durante la settimana di Juventus-Inter è stato linput arrivato da entrambi le parti. Le due tifoserie sono già divise da profonda rivalità e responsabilmente i due patron hanno cercato di evitare le polemiche. «Agnelli ha detto che Juve si sente accerchiata? Le sensazioni personali sono sempre concesse, ma credo si possa arrivare alla partita di sabato (domani, ndi) in un clima sereno. E' necessario che sia così» ha detto negli scorsi giorni Moratti. E Agnelli? Da tempo non tira in ballo l'Inter in una polemica e, anche quando ha chiesto alla Figc il maxi risarcimento per i 30 scudetti (sul campo) diventati 28 dopo le sentenze dei tribunali, ha usato la mano soft con il club nerazzurro. Nonostante ciò, però, il patron interista non sarà presente allo Juventus Stadium: i tempi per questo passo non sono probabilmente ancora maturi. Non tanto per i rapporti con la proprietà bianconera, quando per un clima che tra le opposte tifoserie che non è ancora privo di veleni.
RIFORME INSIEME - Si va dunque verso un derby d'Italia senza asti né polemiche. Sarà il preludio di un'alleanza in chiave politica tra le due società? Di certo Andrea Agnelli vorrebbe una riforma profonda del calcio italiano. Lo ha spiegato chiaramente a margine dell'assemblea degli azionisti bianconeri, ma con anticipo lo aveva detto anche a Massimo Moratti il quale, non a caso, qualche giorno fa di fronte ai giornalisti ha osservato: «Se parlate di riforma del calcio italiano proposta da Agnelli sembra una cosa megalomane e invece vista punto per punto, come ha saputo spiegarla lui, devo dire che sono d'accordo su diversi temi» . Il feeling del passato è tornato e con questo il clima sereno.
Vivai e diritti tv: pensieri comuni. Il nodo rimane la giustizia sportiva.
Riforma dei campionati con conseguente riduzione del numero delle squadre professionistiche, cura dei settori giovanili, riforma dello status del professionista sportivo e della legge Melandri sui diritti tv, tutela dei marchi, nuova legge sugli impianti sportivi e riforma complessiva della giustizia sportiva: eccoli i principali temi toccati da Andrea Agnelli nella relazione agli azionisti bianconeri della scorsa settimana. Si tratta di argomenti fondamentali, addirittura vitali, per la salute dei club in un momento di crisi economica globale. Il presidente della Juventus ha fatto della volontà di riformare il sistema un cavallo di battaglia e recentemente ha esposto le sue idee a Moratti. Praticamente da escludere che sul tema della giustizia sportiva possa esserci una convergenza di opinioni (Agnelli vorrebbe riformarla, il patron nerazzurro l'ha lodata per il lavoro che compie in condizioni non semplici), ma su molti degli altri aspetti c'è feeling. Sui vivai, non a caso, Juventus e Inter sono tra i club che investono di più e che lavorano con più cura. Far crescere in casa i campioni del domani e poterli mandare a giocare in una seconda squadra iscritta in una serie minore potrebbe essere importante. La legge sugli impianti sportivi sta più a cuore all'Inter, impegnata a costruire la sua nuova casa, che alla società di corso Galileo Ferraris, che un suo stadio ce l'ha già, ma in questo caso la legge è fondamentale per tutto il movimento. La tutela dei marchi è cruciale per veder lievitare il fatturato commerciale e per competere, ad esempio, con le grandi di Spagna che adesso hanno incassi annuali più che doppi rispetto alle big italiane. E poi naturalmente la riforma della legge Melandri che potrebbe aumentare gli incassi dalle tv: Juve e Inter sono entrambe sensibili. Gli argomenti che accomunano i due club, insomma, non mancano. Agnelli vorrebbe portare avanti la crociata e farlo con una poltrona nel Consiglio Federale o con una posizione importante in Lega lo aiuterebbe. Adesso che con l'Inter è tornato il sereno avrà un alleato in più? (Andrea Ramazzotti - Corriere dello Sport)