Juve incompiuta, l'attacco non segna più
CHE SUCCEDE – Non segna più Vlahovic e non segna più nessuno là davanti. Non segna più Arek Milik da quando è rientrato dall'infortunio, l'ultima rete risale alla gara con l'Atalanta del 22 gennaio. Non segna più Angel Di Maria, fermo all'incornata con il Friburgo del 9 marzo. Non segna più Federico Chiesa che tra una falsa partenza e l'altra ha trovato la via della rete solo due volte (l'ultima a Friburgo il 16 marzo) e mai in campionato. Sarebbe riduttivo credere che la soluzione potesse essere proprio Kean, ma anche ignorare il fatto che con il minor minutaggio (Chiesa a parte) abbia segnato come Milik e Di Maria (8 gol) ma anche appena meno di Vlahovic (11 gol) sembra riduttivo. Perché è sicuramente un problema di squadra che produce poco e in maniera prevedibile, ma proprio essendo una Juve chiamata ad aggrapparsi spesso ai singoli allora questi dovrebbero riuscire a rispondere presente con più continuità. Per il classico cane che si morde la coda: gli attaccanti segnano poco perché non sono messi nelle condizioni di incidere o sono loro che non riescono a mettersi nelle condizioni di incidere e quindi segnano poco? Una domanda che procede ormai da troppo tempo, senza che Allegri e i suoi stiano riuscendo a trovare una soluzione. Anche perché, quando la Juve non subisce gol, poi vince sempre (un solo 0-0). Ma quando subisce gol, non vince quasi mai (12 sconfitte, 6 pareggi, appena 4 vittorie). Anzi, quando va sotto, perde praticamente sempre (appena 2 pareggi e una vittoria). E allora non è solo un problema di singoli, non è solo un problema di sistema e quindi di guida tecnica. È una Juve a cui manca sempre qualcosa, qualcosa di troppo importante.