Juve in crisi:| Processo a Del Neri
In sede a rapporto da Agnelli e Marotta. Il tecnico: «In sette giorni può cambiare tutto».
Calo di fiducia e gestione dei cambi: Del Neri sotto processo.
Messi sotto accusa i giocatori dopo l'inquietante assenteismo di Lecce, stavolta qualche contestazione è stata mossa anche a Gigi Del Neri, se ieri l'allenatore è stato a colloquio per un'oretta abbondante a casa Juve, con i vertici bianconeri. Anche il luogo ha la sua importanza. Il tecnico è arrivato in corso Galileo Ferraris all'ora di pranzo, quando era da poco finito il consiglio di amministrazione, per poi andare a Vinovo insieme al coordinatore dell'area tecnica, Fabio Paratici. Domenica, Del Neri aveva già avuto un colloquio telefonico con l'ad Beppe Marotta, e ieri ci ha riparlato, faccia a faccia, ovviamente insieme al presidente Andrea Agnelli. Fiducia nel tecnico, ma c'è l'urgenza di tappare subito l'emorragia di punti. Poco dopo, al campo d'allenamento, della società si vedrà solo Pavel Nedved, a conferma di una presenza più pesante vicino alla squadra.
Da parte sua, Del Neri conta di uscirne e, per chi ci parla costantemente, è decisamente più incavolato che abbattuto, o prossimo alle dimissioni: e questo potrebbe essere un segno confortante per il tentativo di risalita. Detto che i giocatori continuano a non essere immuni da responsabilità, perché i due gol subiti dal Bologna sono da citazione diretta, in società si è discusso anche della gestione della partita, a partire dal doppio cambio dell'intervallo. Ne è rimasto poco convinto anche chi conosce bene il tecnico, e lo stima: sostanzialmente Gigi ha smontato il dogma di sempre, il 4-4-2, per inserire Del Piero, dirottando così sull'esterno Matri, anche se senza Alex ogni punizione era un giro di tombola. Il sospetto, è che sul tecnico, non meno che sulla squadra, stia pesando di brutto l'ambiente, e il clima ormai sfavorevole. Un indizio è l'aria che spirava dentro lo spogliatoio alla pausa della partita di sabato sera: sullo 0-0, e con un palo colpito, dalle facce pareva che i bianconeri fossero sotto zero a tre. Una progressivo calo di fiducia in se stessi, o crisi da «troppa ansia», come l'ha chiamata Marotta, che sta pesantemente sabotando la squadra.
Che Del Neri agisca da Del Neri è l'estremo consiglio, o avvertimento. Libera traduzione: nonostante imprevisti e infortuni, inutile ripensare le certezze di una carriera, 4-4-2 spinto e rigoroso allineamento della linea difensiva. In fondo, quelli sono gli strumenti che hanno guidato Gigi fino alla Juve, e quelli potrebbero essere gli unici in grado di lasciargli il comando. La missione rimane complicata, come l'allestimento di un assetto, già sabato sera contro il Milan. Dopo un periodo di salute, gli infortuni hanno amputato il centrocampo: stamattina Momo Sissoko sarà operato alla cartilagine del ginocchio, chiudendo sostanzialmente la stagione, e Aquilani bene che vada avrà i muscoli aggiustati per la trasferta di Cesena. Arruolabili per la terra di mezzo non restano che Felipe Melo e Claudio Marchisio, fin qui utilizzato soprattutto da esterno sinistro. Poca scelta pure sulla corsia di sinistra, dove Del Neri dovrà riproporre Jorge Martinez, con Pepe squalificato: dopo un primo tempo agghiacciante con il Bologna, l'uruguayano vorrebbe rifarsi l'immagine. Per staff tecnico e società ha le capacità e la voglia per riuscirci, se con l'emergenza infortuni giocò tre partite da punta e con pesanti infiltrazioni a un piede malandato. Davanti si affiderà alla coppia Matri-Toni, sperando di cavarne un gol: in fondo, ripete Del Neri agli amici, in sette giorni può cambiare di nuovo tutto.