Juve, il tridente Mandzukic-Higuain-Dybala cambia la squadra: ecco come
E’ paradossale come ad ogni sessione di mercato, Allegri tornasse ad avanzare la sua richiesta a proposito del trequartista. L’anno scorso era Draxler e poi, invece, arrivò Hernanes, prontamente dirottato in panchina e, qualche volta, a centrocampo. Quest’anno il nodo sembrava riproporsi con l’acquisto di Pjanic che quantomeno è un centrocampista offensivo, ma anche in questo caso Allegri lo sta riproponendo come vertice basso del centrocampo, forse in attesa di Marchisio, forse per un progetto a più lungo termine, visto che l’allenatore non ha mancato di ribadire come il bosniaco sia destinato ad avere un grande futuro da regista. Così, al posto dell’adorato trequartista, la Juve ha portato a casa il più costoso dei suoi acquisti, Gonzalo Higuain, un bomber che più bomber non si può.
Nel momento in cui l’ipotesi pareva dunque accantonata, ecco lo spezzone di partita contro gli spagnoli, disputato da Dybala, Higuain e Mandzukic contemporaneamente. A convincere, oltre che il gioco (gol di Mandzukic) e le occasioni (palo di Mandzukic), anche e soprattutto il parere di Dybala, quasi entusiasta a fine gara, della nuova collocazione dietro le due punte.
In attesa di riscontri più attendibili, c’è da domandarsi se si possa ritenere tatticamente plausibile una soluzione del genere.
Nel titolo del suo articolo del 15 agosto (Tuttosport pagina 4), Camillo Forte ha ricordato che il tridente Vialli-Ravanelli-Del Piero fu una stupenda eredità dell’éra lippiana. Citazione calzante perché Higuain, Mandzukivc e Dybala riprendono per molti aspetti le caratteristiche di quel trio. Prime qualità, fra tante altre, il dinamismo e la forza fisica.
Higuain può essere avvicinato a Vialli, Mandzukic a Ravanelli e Dybala a Del Piero. A chi non avesse memoria ricordiamo che il felice esito di quella soluzione discendeva dalla capacità di rientrare di tutti e tre i calciatori, ma in particolare di Vialli e Ravanelli. Questo per dire che, se si volesse replicare quel tipo di gioco, non si potrà prescindere dalla pressione individuale sul portatore di palla avversario, dal pressing collettivo (anche di reparto), dalla ripartenza in campo corto una volta riconquistata la palla.
In pratica, quel lavoro che oggi realizza splendidamente Mandzukic, dovrebbe essere moltiplicato per tre. Dybala si abbassa naturalmente anche se dovrebbe crescere per la continuità nei contrasti. Tuttavia il suo bagaglio di classe è talmente vasto che non arricchirlo ulteriormente, in questa fase, sarebbe un colpevole errore.
Mi lascia perplesso, invece, Higuain. Sarà che ha ancora qualche chilo di troppo, sarà che deve assimilare schemi e movimenti, ma l’ex napoletano mi sembra il più lontano dei tre per reggere una doppia fase e mantenere anche la lucidità sotto porta. Tra l’altro Higuain è un tipico goleador: il livello di autostima si alza in rapporto ai gol segnati. Limitargli questa possibilità è rischioso perché Higuain vive per segnare.
Diversa dovrebbe essere anche la composizione di un centrocampo a tre. Stabilita l’intoccabilità di Khedira (salvo infortuni), serve un incontrista diverso da Lemina (infatti non lo è) e, forse, anche un mediano basso diverso da Pjanic che, secondo me, sbaglia ancora troppi palloni in una zona del campo troppo delicata. Ne sbaglia meno da mezz’ala. Anzi, a dire la verità, fornisce assist che potrebbero essere spesso vincenti.
Infine, o forse per cominciare, dovrebbe cambiare la difesa con una linea a quattro formata da Dani Alves, Bonucci, Chiellini e Alex Sandro. I nomi non sono fatti a caso, rispondono a quelli che, in teoria, offrono una maggiore affidabilità. Tuttavia perdere in mezzo un elemento della capacità di Barzagli toglierebbe, almeno secondo me, sicurezza e protezione.
Tutto questo per ribadire che con il tridente davanti cambia la squadra, non un solo reparto.