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Juve, il titolo in Borsa perde ancora: obbligo plusvalenze, col rischio Fair-play finanziario
10 milioni di pezzi già passati di mano in 1 ora di contrattazioni oggi e 81 milioni di pezzi scambiati ieri, cifra elevatissima, superiore al 13 marzo, giorno successivo alla vittoria per 3-0 contro l’Atletico. I bianconeri stanno perdendo in termini di capitalizzazione 330 milioni di euro, più o meno quanto è valso complessivamente l’investimento su Ronaldo stesso (che non raggiunge la semifinale per la prima volta dal 2010), costato 115 milioni più circa 235 lordi di stipendio in 4 anni, anche se questo paragone ha più un valore simbolico e incidentale che altro. Ma come spesso abbiamo scritto i valori di Borsa sono relativi e le perdite solo potenziali se gli azionisti non si trovano a vendere i titoli in loro possesso.
Quelli che invece sono mancati incassi certi per i forzieri bianconeri sono i ricavi da Champions League persi insieme al mancato accesso alle semifinali: 12 milioni di euro dall’Uefa (un’altra ventina sono garantiti per l’accesso alla finale combinata con la vittoria + 3,5 per la Supercoppa europea). A questi poi andrebbero aggiunti almeno altri potenziali 5 milioni di euro di incasso per l’eventuale semifinale, considerato che contro l’Ajax sono entrati dai seggiolini dell’Allianz 5,01 milioni. Non bisogna comunque dimenticare che anche questa campagna di Champions ha portato i suoi introiti, stimabili in una novantina di milioni, considerati anche i nuovi criteri di ripartizione dei premi. Più dei 78 della scorsa stagione, fermatasi a Madrid, ma meno dei 110 della precedente arrivata fino a Cardiff:
La perdita potenziale abbraccia quindi i 40 milioni di euro e gli effetti si vedranno con la chiusura del prossimo bilancio che già settimane fa un report di Banca Imi prevedeva in rosso di 68,1 milioni, tra l’altro stimando un approdo ai quarti di finale di Champions e non oltre.
Considerato che il peso a bilancio di CR7 per ogni anno di contratto è di circa 60 milioni, anche i due anni successivi secondo gli analisti dovrebbero chiudersi in rosso, allontanando la Juventus dai target imposti dall’Uefa in termini di Fair-play finanziario e scostamento in deficit. Per i dirigenti bianconeri già a giugno sarà fondamentale utilizzare lo strumento del trading sui giocatori, tradotto le plusvalenze. Nel 2017/18 grazie ai movimenti sui cartellini la Juventus ha prodotto il 20% dei suoi ricavi (102,4 milioni), ma nel 2016/17 era riuscita a fare ancora meglio con 151 milioni, fortemente influenzati dalla cessione con plusvalenza record di Paul Pogba.
Ma in calo non troviamo solo le azioni bianconere, c’è anche il famoso bond non garantito da 175 milioni con scadenza 2024 emesso un paio di mesi fa e certamente utile per rifinanziare l’operazione Cristiano oltre che la gestione corrente a tassi più contenuti. Il prezzo è calato in maniera evidente ieri fino a 97,5 ma è in recupero oggi, comunque sotto la pari.
È bene però sottolineare che, nonostante le vendite a mani basse di queste ultime ore, il titolo Juventus resta il 60% sopra ai valori registrati prima dell’arrivo estivo di CR7 e il 120% da un anno a questa parte, una performance superiore a chiunque altro sul Ftse Mib nello stesso periodo. La capitalizzazione si attesta intorno agli 1,4 miliardi e vale 17 volte il patrimonio netto che al 31.12.18 si attestava a 79,475 milioni di euro. Un rapporto che resta ancora molto elevato se si considera che nell’analisi dei titoli un valore inferiore a 1 identifica una società “sottovalutata” (un potenziale affare d’acquisto), mentre superiore a 1 il contrario, cioè un titolo sovrastimato. In questo caso però l’indicatore si legge meglio se comparato con altre società che operano nello stesso settore: Ajax: 1.9
Borussia Dortmund: 2.31
Manchester Utd: 5.52
Forse guardando anche ai coefficienti dei competitor si capisce come mai qualche analista si sia spinto a dire che il titolo bianconero sia attualmente in una fase di bolla speculativa.
Anche se ai numeri volatili della Borsa si accostano sempre quelli dell’economia reale di bilancio, più importanti e che saranno tutti da valutare nel giro di un paio di mesi.