Juve, Iaquinta:| 'Cedere Chiellini? Follia'
IO CREDO - Chiusa la disastrosa avventura con la Nazionale, ora Iaquinta pensa solo alla Juventus. Anzi, a rilassarsi e a cancellare l’ultimo campionato: «Devo ammetterlo, il 2010 è stato un disastro, non me ne è andata dritta una... Nel 2014 il Mondiale lo vedrò in televisione con la mia famiglia, questo è l’aspetto che più mi rattrista: non avrò un’altra chance. Il mio obiettivo non può che essere l’Europeo del 2012 e molto dipenderà ovviamente dalla Juventus: io, comunque, sono fiducioso di natura». L’impatto con Gigi Del Neri è stato positivo, al telefono la voce del tecnico di Aquileia è risultata rassicurante: «Ci siamo parlati l’altro giorno via cellulare per fissare la data del ritiro: mi pare l’uomo giusto per gestire questo momento particolarissimo della storia bianconera, per ricreare il gruppo».
IO CHIUDO - Iaquinta è uno di quelli che non sono mai stati a rischio taglio nelle liste di cessione, uno dei pochi reduci in grado di resistere al tabula rasa pianificato da Andrea Agnelli e Beppe Marotta nei riguardi del passato. Un colpo di spugna per poter ricominciare: «A Torino sto benissimo e non ho alcuna intenzione di cambiare aria. Ho ancora tre anni di contratto, nel 2013 chiudo, nel senso che smetto di giocare. E voglio smettere con la maglia della Juventus sulle spalle: troppo stress, troppe tensioni, non sono più un ragazzino».
IO SOGNO - Dopo Simone Pepe e Marco Storari è venuto a conoscenza dal diretto interessato del “colpo” Bonucci, il quarto acquisto bianconero con l’uruguaiano Martinez. Un tassello alla volta si sta formando il mosaico juventino, malgrado sia inevitabile qualche cessione illustre per fare cassa. Fuori gioco Gigi Buffon per le note vicende di salute, il pezzo più appetibile rimane Giorgio Chiellini, nel mirino del Manchester United e del Real Madrid: «Venderlo sarebbe una follia, è il più bravo tra i difensori italiani ed è giovane. Parlo da amico e da tifoso, comunque, non mi permetto di intromettermi nelle faccende della società. Chi dirige sa valutare la situazione meglio di qualsiasi altro».