Juve, Higuain è meglio di Icardi
La premessa che tutti fanno è che, per non determinare una minusvalenza, la Juve dovrebbe cederlo per una cifra che stia tra i 55 i 65 milioni.
Francamente non so come possa finire, ma sono certo che la perdita di Higuain non sarebbe un buon affare tecnico per la Juve, nemmeno se dall’Inter arrivasse Icardi.
E’ vero, Icardi segna di più, ma manca di un paio di requisiti fondamentali per giocare nella Juve.
Il primo: l’apporto che Gonzalo assicura alla squadra quando rientra dietro la linea della palla e, a volte, fino all’area di rigore. Il secondo requisito è l’intesa con Dybala, partner ideale di Higuain quando si ragiona di calcio negli ultimi quaranta metri.
Se a questo aggiungiamo l’esperienza in campo internazionale, che vuol dire l’abitudine a giocare partite di grande importanza sul piano agonistico ed emotivo, capiamo anche perché il c.t. dell’Argentina Jorge Sampaoli abbia preferito Higuain ad Icardi per il prossimo Mondiale.
Nulla, naturalmente, vieta a Massimiliano Allegri di cambiare sistema di gioco o, pur non cambiando, di variare i compiti dei calciatori più offensivi. Tuttavia in una squadra (la Juve) che in questa sessione di mercato dovrà cambiare tanto in forza di un rinnovamento non più rinviabile, il reparto d’attacco sembra quello meno bisognoso di interventi.
Forse ci vorrebbe una punta di complemento che, però, non può essere Morata (è finito il tempo in cui possa accettare di fare la riserva), ma se non partirà Mandzukic o, appunto, Higuain non si capisce a cosa serva cambiare.
Tra l’altro Higuain, seppur di malavoglia, ha accettato, come tutti alla Juve, l’idea di essere titolare sì, ma non intoccabile. E’ quindi entrato in una logica che, tra le grandi squadre italiane, la Juve sembra perseguire più delle altre: non esistono né titolari, né titolarissimi, gioca chi sta meglio e meglio si allena. Nessuna rendita di posizione, nessuna situazione predefinita.
Entrare in questo meccanismo psicologico non è scontato.
Non conosco abbastanza bene Icardi per sapere se lo accetterebbe, sta di fatto che all’Inter lui non solo è il capitano, ma è anche l’uomo al quale quasi sempre la squadra di aggrappa. E’ vero che, a volte, può essere una responsabilità troppo pesante da sopportare, ma è altrettanto vero che si crea un vincolo quasi irrinunciabile tra l’attaccante e la squadra.
I fatti, la cronaca, l’esperienza dimostrano che nessuno può segnare mantenendo sempre la stessa regolarità. Lo stesso Icardi, che pure ha chiuso il campionato da capocannoniere della serie A con 29 gol, alla pari con Ciro Immobile, ha avuto lunghi periodi di passaggi a vuoto. E quando non si gioca per il gol, bisogna giocare per gli altri. Higuain ci è riuscito, Icardi non si sa, anche se il suo apporto senza palla o in zone del campo non centrali, è decisamente ridotto.
Va, infine, affrontato il discorso relativo all’ambientamento. Higuain è alla Juve da due anni, si è adeguato alla società e ai suoi metodi, sa cosa gli si chiede, sa anche da chi ricevere, quando e perché. Dal Mondiale potrebbe rientrare rivitalizzato e, magari, rivalutato. Perché considerarlo una semplice pedina di scambio?
Diverso sarebbe se il Chelsea ne volesse acquisire le prestazioni e fosse disposto a pagarlo una cifra vicina agli ottanta milioni. Ma togliere Higuain alla Juve sarebbe rischiare di inceppare un ingranaggio che funziona.
La squadra che vince qualcosa, soprattutto lo scudetto in Italia, magari detiene il miglior attacco (o il secondo miglior attacco), ma non produce quasi mai il capocannoniere. Segnare meno per segnare tutti. Questa la regola che toglie responsabilità a uno soltanto per coinvolgere ciascun giocatore a disposizione.