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    Juve-Genoa, Conte, Guida contromano e il Sistema che tutti hanno rivotato

    Juve-Genoa, Conte, Guida contromano e il Sistema che tutti hanno rivotato

    Strano. E' la mattina di domenica e ancora non abbiamo registrato un'intervista di Nicchi o un intervento di Braschi per rassicurarci che, nonostante gli obbrobri di Guida e associati ieri sera a Torino, "gli arbitri italiani sono i migliori del mondo", "l'importante è andare in campo con serenità",  "grazie ai giudici di porta gli errori sono vistosamente diminuiti",  "quando l'arbitro fischia ha sempre ragione".

    Il problema è che, troppo spesso, gli arbitri non fischiano e i disastri si vedono. A seconda dei punti di vista, la contabilità dei rigori non dati oscilla fra il 2-1 e il 3-1 per la Juve. La furia di Conte e dei bianconeri, alla ventiduesima giornata del torneo, non promette nulla di buono per l'immediato futuro. D'altra parte, tutto era cominciato a Pechino: vi risulta che gli ufficiali di gara della Supercoppa di Lega, abbiamo pagato con una lunga sospensione la saga delle cantonate in mondovisione? No. Vi risulta che altri protagonisti di gol non dati, fuorigioco abissali e mai visti, colpi di mano registrati anche su Marte, siano stati appiedati? No.   

    Nessuno toglie dalla testa ai bianconeri che il Sistema ce l'abbia con loro, mentre i rivali della capolista stavolta gongolano, convinti come sono di avere subito in passato torti nettamente superiori. Come si esce da questo pantano?

    Se ne uscirebbe subito, se ci fosse la moviola in campo e non ci fossero più gli inutili arbitri di porta: quando vedono giusto, non vengono ascoltati, come ieri sera; quando non ci vedono, fanno solo confusione. 

    Poiché Blatter e Platini vivono nel Mesozoico e per accendere il fuoco usano ancora la pietra focaia, sino a nuovo ordine siamo condannati a subire l'infinita mediocrità tecnica di buona pate degli uomini di Braschi & NIcchi. O Nicchi & Braschi, che è la stessa cosa.

    Il loro sistema non è meritocratico perchè, chi sbaglia di più dirige di più; non prevede che i sodali riconoscano i propri errori e non perchè, data la loro ampiezza, sconvolgerebbero i palinsesti tv; è impastato di spocchia e di arroganza. Se è inaccettabile la protesta rumorosa e plateale della Juve di ieri sera, pur comprendendone le ragioni, è intollerabile la supponenza dei capi arbitrali che presumo di essere infallibili e inattaccabili, con i risultati sotto gli occhi di tutti.

    Ancora più sconcertante è la fragilità di alcuni sottoposti di Braschi & Nicchi, leggasi Guida: se è vero ciò che ha detto a  Conte ("Era rigore, ma non me la sono sentita di darlo"), la colpa non è solo  del signore di Torre Annunziata. La colpa è di chi l'ha designato e di chi lo manda in campo in serie A.

    Attenti: qui non stiamo parlando né di volontari di una Ong né di dilettanti allo sbaraglio: qui stiamo parlando di professionisti, anche se l'ipocrisia di regime non li definisce tale, lautamente rimborsati per rovinare troppe gare del campionato con direzioni disastrose: la fallibilità umana e la buona fede sono fuori discussione. E' la perseveranza che è diabolica. Possibile che non paghi mai nessuno? Possibile che chi dovrebbe controllare lo stato di forma dei direttori di gara o non controlli o controlli male?

    E' una questione di Sistema e questo Sistema è stato rivotato da tutti i presidenti di A presenti a Roma il 14 gennaio scorso, con la rielezione nordcoreana del presidente federale: 94,34%.

    Dentro questo Sistema di matrioske, immobile e immobilista, gattopardesco e gelatinoso, la cui ultima prodezza è stata mettere Baggio in condizione di andarsene, c'è l'intoccabile settore arbitrale: guai a criticarlo, perchè sennò salta su Abete e ricomincia con la solfa dell'autonomia, dell'indipendenza e bla bla bla. 

    Si pensava che, dopo l'infelice esperienza di Collina quale designatore - grazie a Dio, Platini l'ha voluto all'Uefa - il peggio fosse passato. Macchè.

    D'altra parte, il 10 novembre scorso, in calce alla propria rielezione alla presidenza dell'Aia, Nicchi aveva solennemente profetizzato: "Il meglio deve ancora venire". Purtroppo, non scherzava.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

     

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