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    Juve fuori da vincente: rinnega Agnelli, evita la Conference e può correre per la Champions allargata 2024-25

    Juve fuori da vincente: rinnega Agnelli, evita la Conference e può correre per la Champions allargata 2024-25

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Un capolavoro. La Juventus, dopo aver pagato con soli dieci punti di penalità la vicenda plusvalenze in Italia, esce dalle acque limacciose della giustizia sportiva internazionale (leggi Uefa) accettando la squalifica di un anno dalla Conference League e la multa da venti milioni di euro (dieci con la condizionale), chiudendo ogni contenzioso e restituendosi alla verginità del campo, unico e supremo giudice delle gesta agonistiche. Nessuno, minimamente dotato di una coscienza giuridica, può credere ad un verdetto incontaminato. Esso, anzi, è il frutto di una lunga e delicata interlocuzione della dirigenza bianconera con il presidente dell’Uefa, Ceferin. Infatti, per arrivare a questa risoluzione, la Juventus ha dovuto rinunciare a due elementi fondamentali: l’adesione alla Superlega e la volontà di ricorso in sede sportiva e/o amministrativa.

    LA SENTENZA UFFICIALE DA PARTE DELL'UEFA

    In pratica, la Juve china il capo e accetta. Paga con il minimo sindacale e, tra un anno, potrà partecipare, sempre che arrivi tra le prime quattro, alla Champions League allargata, quella che distribuirà utili e premi a tutti i suoi partecipanti. Bravissima l’intera dirigenza. Dal presidente Gianluca Ferrero a Maurizio Scanavino, amministratore delegato. Solo ai nesci (brerismo), che tra i tifosi oltranzisti e i nemici acerrimi non mancano mai, questa può apparire una sconfitta. In realtà è una grande vittoria, un gioioso (e mimetizzato) patteggiamento politico, in pratica lo scaricamento pubblico e definitivo di Andrea Agnelli, il presidente che, credendosi onnipotente, ha portato la Juve sull’orlo dello sfascio. Non è tanto la sentenza a cancellarlo, ma le condizioni che la nuova dirigenza ha condiviso con l’Uefa. Rinnegare Andrea, ed esporlo alle più pesanti squalifiche sportive, era il prezzo che si doveva pagare per la riabilitazione quasi immediata e, soprattutto, per evitare una pena più severa. Quindi lo stop alla Superlega, il suo progetto da megalomane, e la massima discontinuità rispetto alla sua gestione.

    Ceferin e Gravina hanno fatto il resto. Ieri, ben prima della sentenza, è stata ufficializzata la doppia candidatura Turchia-Italia per il campionato europeo del 2032, un modo come un altro per “ringraziare” il presidente federale e vice presidente Uefa per il profilo tenuto in questa vicenda. E se è vero che Ceferin avrebbe voluto una Juve ancor più penalizzata dalla giustizia sportiva italiana, è altrettanto vero che Gravina ha convinto la dirigenza bianconera a desistere da ogni ricorso. Sia in Italia che in Svizzera. Così, a parte Agnelli, hanno vinto tutti.

    LA CANDIDATURA DI ITALIA E TURCHIA PER OSPITARE EURO 2032

    Paradossalmente, dal punto di vista sportivo, la Juve rinuncia ai pochi spiccioli e alla ridotta visibilità che le garantiva la Conference per concentrarsi solo su campionato e Coppa Italia. Di più: in ragione delle due competizioni alle quali parteciperà, la Juve potrà avere una rosa agile e ridotta, facendo cassa con inutili esuberi e, magari, pure con qualche giovane di belle speranze che, peraltro, in serie A ha già fatto esperienza. Alleggerire l’organico, una specialità di Giuntoli, non dovrebbe essere un problema, mentre resta sullo sfondo l’acquisto di Lukaku. Con o senza di lui, Allegri correrà per uno dei quattro, remunerativi posti della Champions futura. E, forse, anche per lo scudetto. Per una società che nove mesi fa era aggredita dalla magistratura oprdionaria e sportiva, oltre che in balìa dei media che ne invocavano la retrocessione almeno in serie B, siamo in presenza di un miracolo. Degno di un trofeo.

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