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    Juve, ennesima prova della mediocrità di giocatori e allenatore: Allegri e Agnelli ammettano il fallimento

    Juve, ennesima prova della mediocrità di giocatori e allenatore: Allegri e Agnelli ammettano il fallimento

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Se ci fosse stato bisogno di un’ulteriore prova della mediocrità della Juve, dei giocatori che la compongono, dell’allenatore che li guida, questa è arrivata da Venezia dove, pur in vantaggio per 1-0 alla fine del primo tempo e al culmine di almeno quattro occasioni sprecate, la squadra di Allegri ha colto il più malinconico dei pareggi.

    Ovviamente, quelli che hanno la bontà di leggermi e di seguirmi sanno che il mio giudizio sulla Juve è lapidario. Se quella di Pirlo era guidata da uno che non è un allenatore, questa è formata da elementi che possono al massimo trascinarla a metà classifica. Infatti, oltre ad essere a distanza siderale dalla vetta, la Juve è scesa al sesto posto, due punti sotto la Fiorentina e può essere raggiunta, tra domani e lunedì, da Roma e Lazio, forse i club più deludenti della serie A.

    Cosa abbia da dire lo stesso Allegri a sua discolpa è ancora misterioso. Certo è che, se fosse onesto, ammetterebbe con largo anticipo il fallimento, come dovrebbe fare l’ineffabile Andrea Agnelli: in tre anni ha cambiato tre allenatori e i due ultimi (Pirlo e Allegri), cioé quelli che hanno fatto peggio, sono stati una sua brillante idea.

    E se l’anno scorso, grazie al suicidio del Napoli all’ultima giornata (1-1 con il Verona), il quarto posto è arrivato come un autentico regalo, quest’anno la Juve rischia il settimo posto, quello buono per la Conference League.

    Certo, letta la formazione che Allegri aveva allestito per la trasferta in laguna, è legittimo chiedersi se, in fondo, non se la sia cercata. Invece no. La colpa dell’allenatore non è chi mette in campo, ma come li mette, le indicazioni che gli dà, le soluzioni di gioco che accompagnano i movimenti, l’idea generale di quel che deve essere un collettivo. Tutti requisiti che Allegri o ha perso (come penso io) o non ha mai avuto (lo dicono i più cattivi).

    Poi, purtroppo, il problema è scoprire che Pellegrini è diventato più bravo di Alex Sandro (un ectoplasma), che De Sciglio vale l’infortunato Danilo, che Bernardeschi è quasi un giocatore (ma non da Juve), che Rabiot, siccome non sa ancora quanto bravo può essere (Allegri dixit), resta un elemento senza qualità, che Cuadrado ormai non salta più nessuno (e sbaglia qualche gol di troppo). Dulcis in fundo che Dybala è sempre infortunato. Mercoledì, con il Malmoe, non stava bene, ieri ha sentito una fitta al ginocchio. Può un presunto campione del genere chiedere dodici milioni netti d’ingaggio senza gioca così poco e non sempre tanto bene?

    Uscito lui, è entrato un altro oggetto sconosciuto, ovvero il giovanissimo Kaio Jorge che Allegri ha tolto per disperazione ad un quarto d’ora dal termine. Gli è subentrato Kean (trenta milioni per riaverlo) e non l’ha presa mai.

    E’ questa la Juve del futuro? Sono questi gli acquisti di Cherubini, dopo quelli, disastrosi, di Paratici?

    Eppure un minuto dopo (13’) essere entrato in campo, Kajo Jorge ha avuto l’occasione per segnare, ma la sua girata sottorete (assist aereo di de Ligt da angolo battuto da destra) è finita alta.

    Dopo un altro calcio d’angolo, questa volta da sinistra, con Bonucci anticipato di un soffio, il Venezia (20’) si è affacciato in area avversaria con un’iniziativa personale di Toerset Johnsen, sventata con bravura e tempismo da de Ligt. I neroverdi, incoraggiati da qualche pallone conquistato a metacampo, hanno cominciato a mettere palloni in area, soprattutto grazie alle combinazioni del trequartista Aramu (Zanetti si è schierato con un 4-3-1-2) con Crnigoj (due tiri alti) e Henry (grande movimento). 

    Tuttavia il controllo della partita era tutto della Juve che attaccava a sinistra grazie alla spinta di Pellegrini. Prima (27’), una sua azione ha messo Morata nella condizione di servire Kajo in mezzo all’area (ma lo spagnolo ha preferito tirare). Poi, sempre grazie ad un cross a mezz’altezza dell’ex romanista, Morata è andato a segno con un anticipo di destro

    Era il 32’ e la partita sembrava spalancata a favore dei bianconeri, tanto è vero che tre minuti dopo, ancora Morata, questa volta servito bene da De Sciglio, ha concluso debole e centrale.

    Ma l’opportunità più clamorosa è arrivata a tempo scaduto (46’) in azione di contropiede di Locatelli per Cuadrado. La galoppata solitaria del colombiano si chiudeva, però, con un tiro incrociato fuori di un nulla, anziché con un passaggio allo smarcatissimo Morata o allo stesso Locatelli che aveva seguito l’azione.

    Chi conosce l’ultima Juve ha cominciato a sospettare che quel gol mancato sarebbe finito per essere indigesto. Infatti, appena nove minuti dall’inizio della ripresa, Locatelli ha contrastato troppo debolente Haps che ha servito Aramu al limite. Il trequartista ha fatto partire il suo sinistro arcuato e Szczesny, coperto da Bonucci, ci ha messo solo la mano destra senza deviare. 

    I bianconeri sono andati in confusione e un minuto prima dell’ora di gioco solo una strepitosa diagonale difensiva di Pellegrini ha tolto il pallone del sorpasso ad Henry, dopo una bella combinazione in area Busio-Aramu.

    Detto che Ampadu andava espulso per secondo giallo (fallo proditorio ai danni di Cuadrado), la Juve di lì alla fine ha avuto una sola opportunità di vincere (65’) con un tiro di Bernardeschi, da dentro l’area, deviato splendidamente da Romero.

    Fino alla fine c’è stato possesso palla e, negli ultimi dieci minuti, un assalto convulso dei bianconeri. Ma idee, come sempre, zero. Uno strazio cui, dopo 93 minuti, ha messo fine l’arbitro Valeri, uno da pensionare il prima possibile.
     
     

    IL TABELLINO 
    Venezia-Juventus 1-1 (primo tempo 0-1)

    Marcatori: 32’pt Morata (J), 10’st Aramu (V)

    Assist: 32’pt Pellegrini (J), 10’st Haps (V)

    Venezia (4-3-1-2): Romero; Ebuehi (dal 34’st Mazzocchi), Modolo, Caldara, Haps; Ampadu (dal 19’st Tessmann), Crnigoj (dal 34’st Peretz), Busio; Aramu; Henry (dal 34’st Forte), Johnsen (dal 12’st Kiyine). All. Zanetti

    Juventus (4-2-3-1): Szczesny; De Sciglio, De Ligt, Bonucci, Pellegrini (dal 31’st Alex Sandro); Rabiot, Locatelli (dal 42’st Soulé); Cuadrado, Dybala (dal 12’pt Kaio Jorge) (dal 31’st Kean), Bernardeschi (dal 31’st Bentancur); Morata. All. Allegri

    Arbitro: Valeri

    Ammoniti: 15’pt Pellegrini (J), 41’pt Modolo (V), 5’st Caldara (V), 17’st Bernardeschi (J), 45’st Peretz (V)

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