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Juve, muro per Kean: in settimana altri due no, al Chievo e a Raiola
INCONTRO IN SETTIMANA - A metà dicembre, nella consueta di location di Palazzo Parigi, l'hotel che fa da quartier generale ai dirigenti bianconeri a Milano, Fabio Paratici ha ricevuto la visita di Riccardo Bigon, direttore sportivo del Bologna, che aveva individuato in Kean il rinforzo giusto per la squadra di Pippo Inzaghi, uno che di attaccanti se ne intende. Bigon come i dirigenti dell'Ajax, della Spal, addirittura del Milan e del Chievo, che appena qualche giorno fa, mercoledì, ha fatto l'ormai solita domanda. "Ma Kean, ce lo date?", la richiesta del ds Romairone; "No, è incedibile" la risposta, a grandi linee di Paratici.
LA SCELTA DI ALLEGRI - La linea della Juve è infatti chiara da tempo: Moise resta a Torino almeno fino a giugno. Una decisione forte presa da Massimiliano Allegri, che da inizio stagione vede nel centravanti nato a Vercelli l'unica vera alternativa a Mario Mandzukic come prima punta fisica. E ora che il croato si è fermato per un problema al flessore (probabile la lesione, con conseguente stop di almeno un mese), la posizione di Allegri si è ulteriormente irrigidita. Con buona pace del Bologna, del Chievo e anche di Mino Raiola e dei suoi collaboratori, che spingevano da tempo per trovare una sistemazione che potesse permettere al ragazzo di giocare più degli appena 13 minuti collezionati fin qui in campionato. Da Bologna Kean ha mandato un segnale, quasi una richiesta di attenzioni: i gol li sa fare, ma per farli ha bisogno di giocare.
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