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    Juve, è rivoluzione: la squadra femminile è meglio di quella di Allegri

    Juve, è rivoluzione: la squadra femminile è meglio di quella di Allegri

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Per capire quanto sia stata importante la qualificazione della Juventus Women ai quarti di finale della Champions League femminile, bastava leggere, venerdì mattina, la prima pagina di Tuttosport, uno dei tre quotidiani sportivi italiani. Al centro, dentro una grande foto dell’esultanza delle ragazze bianconere, c’era un titolo forte e grosso che recitava così: “Nella storia”.  Poi un sommario che raccontava del 4-0 inflitto alle svizzere del Servette e infine, ma solo alla fine, cinque righe dedicate all’aumento di capitale della società. Sui maschi, impegnati nella  trasferta del giorno successivo a Bologna, neanche una parola.

    Xavier Jacobelli, direttore della testata, sta portando avanti una rivoluzione degna dei più importanti quotidiani sportivi europei (operazioni del genere, finora, le hanno fatte L’Equipe, Marca e El Mundo Deportivo) e la decisione di dare uno spazio enorme all’impresa delle ragazze va ascritta al merito della sua sensibilità giornalistica e sportiva. Tuttavia il dato di fatto va raccolto e amplificato: la squadra femminile della Juventus è già più avanti dell’omologa maschile. Se, infatti, i ragazzi di Allegri affronteranno “solo” agli ottavi il Villarreal, le calciatrici di Joe Montemurro sono ai quarti e lunedì sapranno il loro avversario. Uno tra Barcellona (campione in carica), Paris Saint Germain e Lione, vincitori dei rispettivi gironi.

    Gli esperti definiscono “ingiocabile” la partita con il Barcellona, ma anche il Paris può vantare un primato: è l’unica squadra, nella fase a gironi, a non aver subito gol. Forse, ma non vale neanche come auspicio, il più abbordabile, si fa per dire, è il Lione, conquistatore di sette Champions, di cui cinque consecutive.

    Eppure, nonostante il miracolo sportivo (la Juve si è messa dietro il Chelsea, finalista e favorito dell’edizione dell’anno scorso), resta un pizzico di amarezza: fino al secondo gol del Wolfsburg al Chelsea (finale 4-0), le bianconere erano addirittura in testa al loro girone per differenza reti, un esito che avrebbe consentito di evitare le prime degli altri gironi e, dunque, di fare ancora strada in un torneo che, guarda caso, si chiuderà con la finale proprio allo Stadium di Torino.

    Per dare una dimensione alla grandezza del risultato, è sufficiente pensare che la Juve, su diciotto punti, ne ha conquistati undici (come Wolfsburg e Chelsea), perdendo una sola volta (in casa con il Chelsea 2-1), ma vincendo in casa delle tedesche capoliste della Bundesliga (2-0) e pareggiando (0-0) a Londra. Ovviamente, dopo i preliminari e il sorteggio dei gruppi, dire che la qualificazione sarebbe stata impossibile era dire poco. Invece, con coraggio, umiltà e vero spirito di gruppo, le ragazze della Juve sono andate a tagliare un traguardo storico.

    Ora, per veredicità cronistica, va ricordato che il Bardolino Verona arrivò fino alla semifinale e che la Torres di Sassari approdò ai quarti prima di essere eliminata dall’Arsenal. Tuttavia si trattava di un’altra Champions, tutta e solo ad eliminazione diretta, meno competitiva di questa (non c’erano i gruppi) che presenta quasi esclusivamente club professionistici di grande lignaggio.
    Siamo, insomma, su un’altra dimensione. Quella che la società bianconera cercava quando, a sorpresa, ha sostituito Rita Guarino, allenatrice dei quattro scudetti consecutivi e che aveva vinto tutto in Italia, con Joe Montemurro, ex tecnico dell’Arsenal. La necessità era quella di competere in Europa alla pari con gli altri e, dunque, di fare più strada possibile in Champions (con Guarino la Juve era sempre stata eliminata al primo turno).

    Anche se manca la verifica di marzo (quando si giocheranno i quarti), l’obiettivo (parziale) può dirsi raggiunto. In pratica, con la stessa squadra dell’anno scorso (anzi senza le nazionali Giuliani, il portiere, approdato al Milan e Galli, centrocampista, espatriata all’Everton), vincitrice dello scudetto a punteggio pieno, Montemurro è in testa al campionato (anche per lui solo vittorie) e ha stupito in Champions. Al contrario che con i maschi, qui l’avventura continua. E non è detto che la Champions finisca nelle mani delle donne, prima che torni ad essere alzata dalla squadra maschile. 

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