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    La Juve e Allegri uniti: un big o nessuno

    La Juve e Allegri uniti: un big o nessuno

    • Nicola Balice

    Insieme oggi, per arrivare uniti al traguardo il 16 maggio. Che significherebbe quinto Scudetto consecutivo, e poi chissà per un futuro ancora tutto da scrivere. Insieme oggi perché qualche mese fa così uniti non lo erano per niente, Max Allegri e la dirigenza bianconera. Colpa di un mercato estivo pieno di contraddizioni, reso ancor più controverso da un avvio di stagione che peggiore non poteva essere. Errori ne sono stati commessi, indubbiamente: la capacità, la forza, della Juve tutta è racchiusa nel saper far tesoro di quegli sbagli per ripartire di slancio e ritrovarsi oggi in corsa su tre fronti con un trofeo già vinto in più rispetto alla passata stagione. E proprio verso una rinnovata unione d'intenti si possono leggere le parole di Allegri alla vigilia della sfida con il Verona, soprattutto riguardo il tema meno affrontato ma maggiormente d'attualità e potenzialmente capace di toccare nervi scoperti: il mercato, ovviamente. Un solo messaggio, ma importante e chiaro quanto basta per far capire come la lezione degli scorsi mesi sia servita a tutti in casa Juve. Con due punti di partenza e ripartenza.

     

    MEA CULPA - “Non chiedetemi nomi o identikit”. L'Allegri pensiero di questo 2016 è diametralmente opposto a quello dei primi mesi estivi, quando in più di un'occasione il tecnico si espose spendendo parole d'amore ora per Oscar ora per Isco, fino al valzer degli equivoci pre e post Roma tra le sue dichiarazioni e quelle di Marotta riguardo la telenovela Draxler. E più in generale quando fece capire come per impostare la Juve dei suoi desideri avesse bisogno di un trequartista che sapesse prendere il posto sotto ogni punto di vista di Vidal. Come sia andata, poi, è storia recente tra l'arrivo di Cuadrado accoppiato alla partenza di Coman, con la ciliegina fin qui amarissima di Hernanes da mettere su una torta già indigesta il 31 agosto. Oggi quindi non ci sono più tempo ed energie da spendere appresso ad eventuali obiettivi di mercato, almeno pubblicamente: Allegri è l'allenatore e di mercato non parla più. Un deciso passo verso le necessità e le richieste della società, per evitare delicati equivoci mediatici come quelli della scorsa estate.

    TOCCA A BEPPE - Fatto il suo passo, ora Allegri si aspetta che anche la dirigenza bianconera vada incontro alle richieste del suo allenatore. Abbiamo parlato con la società e c'è una strategia. Per fortuna abbiamo una rosa competitiva che può essere migliorata solo con giocatori importanti. Punto, stop”. Come a dire che ora tocca a Marotta e Paratici, che sanno cosa serve alla Juve. Cioè un top player, un campione in grado di fare la differenza e non uno dei tanti. Altrimenti, la sua Juve sta bene così: aspettando Pereyra, tenendosi stretto magari anche Caceres se necessario. Che sia possibile arrivare a Gundogan o ad un elemento di almeno ugual valore, l'importante è che anche la società dimostri sul mercato di avere imparato dagli errori di quest'estate. Solo così si potrà arrivare uniti e vincenti al traguardo.

    @NicolaBalice


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